La parità tra sessi si è dissolta. Sono le donne a prevalere sugli uomini.
C'erano una volta le donne senza diritto al voto, con assai poca voce in capitolo a casa, nel loro regno, quel luogo che curavano e lucidavano e che era servito come ospedale per la nascita dei loro figli.
C'era una volta il marito padrone, l'uomo che lavorava e sfamava la famiglia, che aveva deciso che le donne non era il caso di farle votare, che alle volte alzava pure le mani per rimettere al suo posto quella moglie che si era conquistato grazie al permesso dell'attuale suocero, un altro uomo padrone che credeva ben poco alla pari dignità tra uomo e donna. Non parliamo dei diritti.
Col tempo, da una parte la donna succube e dall'altra l'uomo padrone hanno mutato gradualmente posizione, sono cambiate le carte in tavola e direi in meglio, perché alle donne è stato riconosciuto il diritto a scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, il diritto a far valere il proprio peso nella società e nella famiglia, il diritto insomma a non essere scriminata perché portatrice di seno e vagina.
Il tempo passava, e la famiglia in cui le posizione di babbo e mamma mutavano stava sempre meglio, i figli finalmente avevano due reali genitori e fin da piccoli comprendevano l'importanza del sereno e paritario rapporto tra padre e madre all'interno di una casa. Si iniziavano ad intravedere i primi uomini ai fornelli pronti a sfamare la famiglia perché, udite udite, la moglie era ancora a lavoro, magari faceva la maestra e seppur donna aveva la piena autorità di insegnare ad una ventina di ragazzi a leggere e scrivere. Il padre finito il pranzo, alle volte, infilava pure i piatti nel lavandito, faceva scorrere l'acqua e versava il detersivo. Nel caso si fosse macchiato la camicia bianca col sugo era anche in grado di ficcarla nel bozzo e dargli d'olio di gomito per eliminare la chiazza rossiccia.
Continuavano a trascorrere gli anni e i piatti della bilancia, uno per gli uomini ed uno per le donne, si son trovati miracolosamente al pari. Per poco, perché ad alcuni politici, ad alcuni giornalisti e ad alcune donne serviva l'ennesima trovata per farsi belli davanti l'opinione pubblica seguendo il filone logico che li ha sempre guidati, il Politically correct. Ed ecco infatti la trovata per aggiudacarsi degli applausi: ritiriamo fuori la vecchia storia dell'emancipazione femminile dal giogo maschile, facciamo credere al paese intero che le donne siano ancora sottomesse all'uomo come lo erano due generazioni fa, ed ecco che compare la possibilità di apparire sensibili ed altruisti nei confronti di un problema gravissimo.
Arriviamo al ventunesimo secolo, guardiamo la bilancia e notiamo che il piatto che sorregge le donne sta pericolosamente calando, sta aumentando di peso, sta ficcando gli uomini nella situazione in cui erano loro anni e anni addietro. Anzi, forse pure peggio. Le prove? La creazione del reato di femminicidio che praticamente prevede pene più severe per l'uomo che ammazza la donna rispetto alla donna che ammazza l'uomo. Ancora? L'assurda pretesa che hanno avanzato alcune donne coinvolte nell'incendio del traghetto nell'Adriatico d'esser messe in salvo prima degli uomini, chissà, forse per un fatto di galanteria, o magari perché ormai è realmente insito nella maledetta morale comune che le donne debbano godere di trattamenti privilegiati per compensare il trattamento che subiscono in casa e sul posto di lavoro. Altro? Le sentenze per divorzi o separazioni che praticamente mandano in rovina onesti padri di famiglia che si trovano a dover mantenere moglie e prole. Nel caso in cui il processo si tenga per qualche scappatella del marito, la sentenza puzza anche di regolazione di conto, di punizione, perché ad un uomo non può accadere peggior cosa dell'essere giudicato da un magistrato donna.
Fermiamoci al 2015, non azzardiamo previsioni che potrebbero rivelarsi funeste, ma notiamo che se un uomo insulta una donna è un fottuto maschilista, mentre se accade il contrario di niente si parla e passa tutto in cavalleria.
Qual'era il nocciolo della questione? Ah già, la parità tra sessi.
C'era una volta il marito padrone, l'uomo che lavorava e sfamava la famiglia, che aveva deciso che le donne non era il caso di farle votare, che alle volte alzava pure le mani per rimettere al suo posto quella moglie che si era conquistato grazie al permesso dell'attuale suocero, un altro uomo padrone che credeva ben poco alla pari dignità tra uomo e donna. Non parliamo dei diritti.
Col tempo, da una parte la donna succube e dall'altra l'uomo padrone hanno mutato gradualmente posizione, sono cambiate le carte in tavola e direi in meglio, perché alle donne è stato riconosciuto il diritto a scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, il diritto a far valere il proprio peso nella società e nella famiglia, il diritto insomma a non essere scriminata perché portatrice di seno e vagina.
Il tempo passava, e la famiglia in cui le posizione di babbo e mamma mutavano stava sempre meglio, i figli finalmente avevano due reali genitori e fin da piccoli comprendevano l'importanza del sereno e paritario rapporto tra padre e madre all'interno di una casa. Si iniziavano ad intravedere i primi uomini ai fornelli pronti a sfamare la famiglia perché, udite udite, la moglie era ancora a lavoro, magari faceva la maestra e seppur donna aveva la piena autorità di insegnare ad una ventina di ragazzi a leggere e scrivere. Il padre finito il pranzo, alle volte, infilava pure i piatti nel lavandito, faceva scorrere l'acqua e versava il detersivo. Nel caso si fosse macchiato la camicia bianca col sugo era anche in grado di ficcarla nel bozzo e dargli d'olio di gomito per eliminare la chiazza rossiccia.
Continuavano a trascorrere gli anni e i piatti della bilancia, uno per gli uomini ed uno per le donne, si son trovati miracolosamente al pari. Per poco, perché ad alcuni politici, ad alcuni giornalisti e ad alcune donne serviva l'ennesima trovata per farsi belli davanti l'opinione pubblica seguendo il filone logico che li ha sempre guidati, il Politically correct. Ed ecco infatti la trovata per aggiudacarsi degli applausi: ritiriamo fuori la vecchia storia dell'emancipazione femminile dal giogo maschile, facciamo credere al paese intero che le donne siano ancora sottomesse all'uomo come lo erano due generazioni fa, ed ecco che compare la possibilità di apparire sensibili ed altruisti nei confronti di un problema gravissimo.
Arriviamo al ventunesimo secolo, guardiamo la bilancia e notiamo che il piatto che sorregge le donne sta pericolosamente calando, sta aumentando di peso, sta ficcando gli uomini nella situazione in cui erano loro anni e anni addietro. Anzi, forse pure peggio. Le prove? La creazione del reato di femminicidio che praticamente prevede pene più severe per l'uomo che ammazza la donna rispetto alla donna che ammazza l'uomo. Ancora? L'assurda pretesa che hanno avanzato alcune donne coinvolte nell'incendio del traghetto nell'Adriatico d'esser messe in salvo prima degli uomini, chissà, forse per un fatto di galanteria, o magari perché ormai è realmente insito nella maledetta morale comune che le donne debbano godere di trattamenti privilegiati per compensare il trattamento che subiscono in casa e sul posto di lavoro. Altro? Le sentenze per divorzi o separazioni che praticamente mandano in rovina onesti padri di famiglia che si trovano a dover mantenere moglie e prole. Nel caso in cui il processo si tenga per qualche scappatella del marito, la sentenza puzza anche di regolazione di conto, di punizione, perché ad un uomo non può accadere peggior cosa dell'essere giudicato da un magistrato donna.
Fermiamoci al 2015, non azzardiamo previsioni che potrebbero rivelarsi funeste, ma notiamo che se un uomo insulta una donna è un fottuto maschilista, mentre se accade il contrario di niente si parla e passa tutto in cavalleria.
Qual'era il nocciolo della questione? Ah già, la parità tra sessi.
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