Bergoglio entra a gamba tesa nella politica e i preti lo seguono
Non
credo che Bergoglio sia a conoscenza delle polemiche sorte attorno al
comportamento di don Biancalani e della sua convinzione di essere nel giusto,
ma cade comunque a pennello il suo intervento sulla necessità di allargare le
maglie della concessione della cittadinanza agli immigrati.
Il Corriere ha
svelato un incontro tra il Papa e Gentiloni avvenuto giorni or sono e durante
il quale il Santo Padre avrebbe espresso il suo appoggio per la legge sullo ius soli, il metodo innovativo proposto
dalla sinistra per concedere più facilmente la cittadinanza italiana. Per
fortuna del Presidente del Consiglio (ma per sfortuna nostra), Bergoglio ha
deciso di proseguire sulla sua strada di interferenze nella politica nazionale
e internazionale seguendo un unico senso: il suo spirito immigrazionista e
terzomondista è ormai innegabile.
Nel febbraio 2016, durante un volo di ritorno dal Messico,
egli incenerì Donald Trump dicendo che “una persona che pensa solo a edificare
muri e non ponti non è cristiana”, riferendosi ovviamente al muro che l’allora
candidato alla presidenza degli Usa affermava di voler costruire (e che in parte
aveva già eretto il premio nobel Obama). Pronta fu la risposta di Trump, che
sicuramente conosce il versetto vangelico “date a Cesare quel che è di Cesare e
a Dio quel che è di Dio”.
Dal XIX secolo circa, tutto ciò può esser definito col
termine secolarizzazione.
Durante le trattative per la pace di Vestfalia indicò il
passaggio di beni e territori dalla Chiesa a possessori civili, e indicò successivamente il
ritorno al laicismo da parte di membri del clero. Oggi però, come detto poco
sopra, indica una caratteristica fondamentale della società occidentale,
consistente nell’autonomia della realtà politica da quella religiosa.
Come il Papa dovrebbe astenersi dal commentare criticamente
un’eventuale legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso (proprio
come è accaduto in Italia con Papa Francesco), a maggior ragione egli dovrebbe
riconoscere la propria autonomia e soprattutto quella del Parlamento evitando
così di intromettersi in affari politici addirittura di levatura
internazionale.
E siccome la questione della facile cittadinanza agli
immigrati, che appartengono principalmente alla confessione religiosa islamica,
pare aver attratto il Vescovo di Roma fin dall’inizio, lecito è il
paragone con le realtà islamiche in cui è sconosciuto il concetto di
secolarizzazione e in cui vi sono dei dotti dell’Islam denominati ayatollah, i quali esprimono pareri
vincolanti, danno giudizi ed emettono fatwe,
corrispondenti ai responsa del diritto romano divenute tragicamente famose per
consistere in vere e proprie condanne a morte verso infedeli di vario genere.
È chiaro o no che il signor Bergoglio, con tale invadenza,
sta somigliando sempre più ad un Khomeini del Cristianesimo? E che i prodi
seguaci di questo dotto (dotto a modo suo) della religione di Gesù Cristo, come
il nostro prode Biancalani, credono ormai di vivere nell’Iran d’Occidente, dove
potere temporale e spirituale si confondono paurosamente?
La sinistra pistoiese ha espresso rammarico e indignazione
per le parole secondo loro poco chiare del sindaco Tomasi, il quale ha sia
condannato le offese a don Biancalani e sia espresso un critico parere nei
confronti delle sue opere di misericordia.
Temiamo che questo lento ma inesorabile ritorno al Medioevo
(anche grazie all’importazione di persone che già ci vivevano) non importi
affatto al cascame nostrano del comunismo.
0 commenti:
Posta un commento