Condannato chi si difende. Ecco l'anormale paese Italia.
In un paese normale i criminali vengono demonizzati, mentre coloro che sono le loro vittime vengono capiti e consolati. In un paese normale non accade mai che una persona che ha subito la violazione della propria proprietà privata durante la notte e la/si difende, finisca poi sul banco degli imputati risultando poi colpevole di aver abusato del suo diritto a difendersi. Dal momento in cui non si tratta di un criminale incallito, ma di un onesto cittadino che non ha neanche un gran familiarità con armi da fuoco e legittima difesa, è già di per sé in buona fede. Se si aggiunge anche che non ha difeso solo sé stesso ma anche la propria famiglia da una quasi certa violenza (moltissime volte chi viene derubato viene anche pestato, e se ciò che non accade è perché il padrone di casa spara), la magistratura del paese normale assolve senza neanche pensarci un secondo. Se ciò non avvenisse, quindi chi si difende venisse condannato alla galera e magari pure al risarcimento danni per il ladro ucciso, il popolo nel nome di cui vengono emesse le sentenze si sentirebbe alla mercé di tutti i delinquenti, i quali entrerebbero senza tanti problemi nelle proprietà altrui perché sicuri che l'altra parte avrebbe paura anche di un secondo elemento nuovo: la condanna da parte di un giudice. Quindi un delinquente non si fa forte solo dell'effetto sorpresa e dell'inesperienza degli sfortunati padroni di casa ad affrontare situazioni simili, ma anche dell'accanimento della magistratura (e di parte della società e dell'informazione) nei confronti del padrone di casa stesso. Questo in un paese normale non accadrebbe.
Nel paese anormale Italia invece le cose stanno esattamente così, e chi prova a dire questa verità è un populista e guerrafondaio. La sinistra nel suo complesso (quella parlamentare sommata agli intellettuali e ai giornaloni progressisti) condanna chiunque utilizzi un'arma per difendersi, dicendo che è sbagliato, talvolta anche che il ladro rubava perché aveva fame, ma senza mai tentare di mettersi nei panni di chi ha sparato. Una sinistra che un tempo faceva da cassa di risonanza al popolo indignato e bisognoso, ma che oggi si è ritirata negli attici e nei salotti tivù esclusivi. Li vedi là, mentre nascondono i chili in eccesso sotto l'abito da sartoria, ed emettono sentenze grottesche contro un poveraccio che non può permettersi un allarme da cinquemila euro ma solo una rivoltella da duecento euro.
In un paese normale la politica farebbe di tutto per stare al passo con il popolo, capendone così le esigenze e le richieste. Ma nel paese anormale Italia buona parte di essa se ne sta racchiusa nel suo palazzo d'oro, con guardie del corpo e allarmi da cinquemila euro.
Nel paese anormale Italia invece le cose stanno esattamente così, e chi prova a dire questa verità è un populista e guerrafondaio. La sinistra nel suo complesso (quella parlamentare sommata agli intellettuali e ai giornaloni progressisti) condanna chiunque utilizzi un'arma per difendersi, dicendo che è sbagliato, talvolta anche che il ladro rubava perché aveva fame, ma senza mai tentare di mettersi nei panni di chi ha sparato. Una sinistra che un tempo faceva da cassa di risonanza al popolo indignato e bisognoso, ma che oggi si è ritirata negli attici e nei salotti tivù esclusivi. Li vedi là, mentre nascondono i chili in eccesso sotto l'abito da sartoria, ed emettono sentenze grottesche contro un poveraccio che non può permettersi un allarme da cinquemila euro ma solo una rivoltella da duecento euro.
In un paese normale la politica farebbe di tutto per stare al passo con il popolo, capendone così le esigenze e le richieste. Ma nel paese anormale Italia buona parte di essa se ne sta racchiusa nel suo palazzo d'oro, con guardie del corpo e allarmi da cinquemila euro.
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