Iniziamo a difenderci condannando l'islam!
Sono scese in piazza a Roma e a Milano circa cinquemila persone, tra musulmani e non, per ribadire il concetto che non tutti gli islamici sono terroristi e che i terroristi compiono le loro atrocità non nel nome dell'intera comunità islamica. Torna quindi a farsi sentire il ritornello dell'islam moderato che si contrappone a quello integralista e violento. Prova ne è stata data, in queste sere di talk show frenetici, il versetto 32 della sura 5 del Corano. Molti dei musulmani intervistati ne recitavano una piccola parte, ovvero «Chi uccide una persona è come se avesse ucciso l’intera umanità, e chi
salva la vita di una persona è come se avesse salvato tutta l’umanità», omettendo però tutta la parte restante che dà una quadro più chiaro sul significato di tali parole: «Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida
un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la
corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E
chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I
Nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro
commisero eccessi sulla terra. La ricompensa di coloro che fanno la
guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla
terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e
la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco
l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno
castigo immenso». Tale fatto rende chiara la malafede di coloro che hanno tentato di fregare gli ascoltatori dando loro una versione parziale di questa parte del Corano che, come tutto il resto del libro, sprigiona violenza ed intolleranza.
Il responsabile delle Comunità islamiche di Milano alla domanda se è possibile uccidere nel nome del proprio dio risponde che a Milano non è stata concessa una vera moschea, come se questo fatto potesse far incazzare così tanto i figli di Allah da indurli a perpetrare stragi.
L'imam di Firenze, anche presidente dell'Ucoii, ha detto che chi compia stragi nel nome di Allah non è un vero credente, perché la vita è sacra. Non so se si sia fatto travolgere dall'entusiasmo così tanto da dimenticare le fondamenta del Corano, ma è proprio Allah che comanda l'uccisione e la persecuzione di cristiani ed ebrei. Evidentemente, a sua insaputa, sostenendo tale tesi, è diventato lui stesso un cattivo fedele. Egli ha inoltre detto, in data 20 novembre, che il giorno dopo si sarebbe svolta la manifestazione "Not in My Name" vedendo scendere in piazza tutti i musulmani d'Italia per dissociarsi dal terrorismo. Immagino abbia lavorato un po' troppo di fantasia, poiché tra Roma e Milano si son contati circa cinquemila manifestanti e neanche tutti islamici.
Durante la trasmissione Quinta colonna è stato intervistato a Roma un giovane musulmano per strada ed egli ha dichiarato che la strage di Charlie Hebdo è stata cosa buona e giusta. Inevitabilmente è stato arrestato ed espulso dall'Italia. Intanto in studio l'ospite musulmano Said Abouabid ha tergiversato anziché rispondere alla richiesta di condannare l'attentato avvenuto la scorsa settimana a Parigi.
A Bruxelles, sede del Parlamento europeo, il livello di allerta per rischio terrorismo islamico è al massimo, ovvero al quarto livello, mentre nel resto del paese rimane al terzo. Il Belgio si conferma zona di passaggio di terroristi islamici e difatti la capitale è invasa da militari e mezzi corrazzati perché sono ricercati nella zona due terroristi islamici, uno dei quali ha fatto parte dell'attentato parigino del 13 novembre. Il leader del partito belga "Sharia per il Belgio" ha dichiarato che entro il 2030 potranno andare al governo democraticamente facendo entrare in vigore in tutto e per tutto la Sharia. Interessante che da quelle parti il nome più diffuso tra i nascituri sia Mohammed e che il 40% dei bambini negli asilo sia musulmano. Alla stazione Termini di Roma è stato arrestato un algerino in possesso di documenti falsi rilasciati proprio in Belgio.
Il fondatore del centro islamico di Viale Jenner a Milano ha dichiarato che, se anche dovessero intimare alla comunità che capeggia di abbandonare il luogo che occupano, loro rimarranno lì comunque. A fine colloquio, quando la ragazza che lo aveva intervistato gli ha porto la mano, lui le ha negato la propria dicendole che altrimenti si sarebbe dovuto andare a lavare nuovamente.
E' impossibile proseguire il racconto di questo susseguirsi di eventi osceni poiché altrimenti passerei davanti al computer le mie intere giornate, ma anche perché spero che questi pochi fatti di cui ho scritto bastino per capire.
Comprendiamo insomma, e una volta per tutte, che l'islam è una ideologia retrograda, violenta e antiliberale che si basa su intolleranza e razzismo. Chiaramente ogni musulmano va giudicato per ciò che personalmente fa e dice, senza quindi far di tutta l'erba un fascio. Ma è essenziale la condanna unanime dell'islam e la sua messa al bando.
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