Il nuovo aereo di stato di Renzi è grande quanto la nostra superficialità.
Al Renzi piace viaggiar comodo, e forse è per questo che ha ordinato un nuovo aereo di stato che costerà ben 175 milioni di euro. Che sia una cifra alta è un dato di fatto.
Con grande coraggio e pazienza mi sono sorbito mercoledì sera il populismo dilagante nel programma di Paragone, La Gabbia, durante il quale l'imprenditore Brambilla tentava di spiegare che la presenza di Renzi alla finale degli US Open fosse importante, mentre il pubblico inferocito si incazzava per quanto quella traversata oceanica fosse costata ai contribuenti italiani. Quando poi è partito il servizio (palloso) su quanto costerà ogni giorno il nuovo mezzo alato che Renzi ha voluto comprare, apriti cielo e spalancati terra. Sbagliando, ogni volta mi sorprendo della demagogia che viene fatta a La Gabbia: l'abbigliamento a ribelle del conduttore parla chiaro, come anche il fatto che i politici e affini presenti come ospiti sono obbligati a star due ore abbondanti in piedi, come se fossero in punizione.
Allora, parto dal presupposto che poco o niente capisco di aerei, quindi tantomeno comprendo i motivi per cui si è reso necessario l'utilizzo di un nuovo mostro dei cieli con un'apertura alare di sessanta metri ed interni splendenti in radica. Non lo so ma non credo che il premier si sia così voluto togliere uno sfizio personale.
Comprendo invece abbastanza il motivo per cui Renzi è voluto andare a New York a vedere la finale degli US Open. Anche perché se il motivo della protesta è il costo del viaggio negli Stati Uniti, vorreste dirmi che Renzi potrà assistere soltanto alla finale di Champions League che si terrà a Milano? Al contrario non capisco per quale motivo la presenza di due italiane nella finale rappresenti uno scandalo per Renzi, come se fosse voluto andar lì perché sicuro di far bella figura, quando invece il pubblico applaudiva le due tenniste e non sicuramente il loro premier. Se la partita si fosse disputata tra un'italiana e una tedesca non ci sarebbero stati problemi? Mi sembra che gli antirenziani stiano spaccando il capello in quattro. E non solo il capello.
Il problema vero è che pur essendo finito l'antiberlusconismo, pare sia nato l'antirenzismo, che minaccia di scassare le palle con questioni ridicole come la celebrazione del funerale di un presunto malavitoso o l'acquisto di un nuovo aereo di stato oggettivamente costoso. Ogni frase del tipo "quei 175 milioni di euro potrebbero investirli in modi migliori" sono pretesti per sfogarsi perché, in realtà, è proprio chi muove queste critiche che sogna la notte di viaggiare da Roma a New York su un aereo privato con un'apertura alare di sessanta metri per andare a vedere la finale degli US Open sedendosi nella tribuna d'onore.
Se siamo ancora al punto di credere che il non-acquisto di un aereo di stato risolverebbe i problemi che affliggono l'Italia, allora ci meritiamo la disoccupazione che cresce e il Pil che diminuisce.
Con grande coraggio e pazienza mi sono sorbito mercoledì sera il populismo dilagante nel programma di Paragone, La Gabbia, durante il quale l'imprenditore Brambilla tentava di spiegare che la presenza di Renzi alla finale degli US Open fosse importante, mentre il pubblico inferocito si incazzava per quanto quella traversata oceanica fosse costata ai contribuenti italiani. Quando poi è partito il servizio (palloso) su quanto costerà ogni giorno il nuovo mezzo alato che Renzi ha voluto comprare, apriti cielo e spalancati terra. Sbagliando, ogni volta mi sorprendo della demagogia che viene fatta a La Gabbia: l'abbigliamento a ribelle del conduttore parla chiaro, come anche il fatto che i politici e affini presenti come ospiti sono obbligati a star due ore abbondanti in piedi, come se fossero in punizione.
Allora, parto dal presupposto che poco o niente capisco di aerei, quindi tantomeno comprendo i motivi per cui si è reso necessario l'utilizzo di un nuovo mostro dei cieli con un'apertura alare di sessanta metri ed interni splendenti in radica. Non lo so ma non credo che il premier si sia così voluto togliere uno sfizio personale.
Comprendo invece abbastanza il motivo per cui Renzi è voluto andare a New York a vedere la finale degli US Open. Anche perché se il motivo della protesta è il costo del viaggio negli Stati Uniti, vorreste dirmi che Renzi potrà assistere soltanto alla finale di Champions League che si terrà a Milano? Al contrario non capisco per quale motivo la presenza di due italiane nella finale rappresenti uno scandalo per Renzi, come se fosse voluto andar lì perché sicuro di far bella figura, quando invece il pubblico applaudiva le due tenniste e non sicuramente il loro premier. Se la partita si fosse disputata tra un'italiana e una tedesca non ci sarebbero stati problemi? Mi sembra che gli antirenziani stiano spaccando il capello in quattro. E non solo il capello.
Il problema vero è che pur essendo finito l'antiberlusconismo, pare sia nato l'antirenzismo, che minaccia di scassare le palle con questioni ridicole come la celebrazione del funerale di un presunto malavitoso o l'acquisto di un nuovo aereo di stato oggettivamente costoso. Ogni frase del tipo "quei 175 milioni di euro potrebbero investirli in modi migliori" sono pretesti per sfogarsi perché, in realtà, è proprio chi muove queste critiche che sogna la notte di viaggiare da Roma a New York su un aereo privato con un'apertura alare di sessanta metri per andare a vedere la finale degli US Open sedendosi nella tribuna d'onore.
Se siamo ancora al punto di credere che il non-acquisto di un aereo di stato risolverebbe i problemi che affliggono l'Italia, allora ci meritiamo la disoccupazione che cresce e il Pil che diminuisce.
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