Un mio rudimentale parere su come aggiustare le cose in Italia.
Mi stavo chiedendo quale fosse il modo più efficace ed immediato che lo Stato italiano ha per raccogliere denaro da poter investire, dalle grandi opere al pagamento dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le imprese.
Tartassare i cittadini ancor più di quanto non abbia già fatto il governo Monti e non abbia continuato a fare il governo Letta? Ne dubito fortemente. Togliere soldi ai cittadini vuol dire contrarre i consumi e quindi anche le entrare che lo Stato percepisce grazie ad essi.
Stipulare accordi con la Svizzera per il rientro di capitali italiani portati nelle loro banche per eludere il fisco? Può essere un buon modo per tornare in possesso di denaro che spetterebbe di dirtto allo Stato italiano, ma se il tutto si fermasse a questa operazione singola di certo non risolveremmo il problema.
Diminuire la spesa pubblica? Ovviamente lo si deve fare, anche perché su una spesa totale di circa 800 miliardi è ovvio che si possano trovare degli sprechi, anche consistenti, da tagliare e io mi riferisco anche a quella parte di spesa riguardante i dipendenti pubblici. Non per semplificare troppo eh, ma quelle facoltà universitarie in cui ci sono più insegnanti che studenti ne sono la prova.
Quindi diminuire gli sprechi in generale, a partire da quelli della politica (taglio del numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali e anche dimezzamento dei loro emolumenti) a quelli derivanti dalla mala gestione dei fondi destinati al mezzogiorno d'Italia.
Io mi permetto però di dare un'altra idea, forse scontata e sicuramente mal vista: abbassare le tasse, ABBASSARE LE TASSE e ancora ABBASSARE LE TASSE.
E' evidente a chiunque sappia usare un minimo di logica od abbia studiato un po' di economia politica che un abbassamento consistente delle tasse porta nelle casse dello Stato più denaro di quanto non ne verrebbe lasciando immutata l'imposizione fiscale.
Il meccanismo è semplice: se aumenti le tasse le persone hanno meno denaro da spendere, o se anche ne hanno optano per la tesaurizzazione per timore di avere problemi economici in futuro. Meno consumi, meno introiti per lo Stato. Tutto questo si riflette anche sull'occupazione in quanto la diminuzione dei consumi porta meno guadagni alle imprese che diminuiscono il personale, quindi il numero dei disoccupati aumenta. Ancora più persone impossibilitate a domandare beni.
Prendiamo la scellerata scelta effettuata dal governo Monti di creare l'IMU: non solo questa imposta ha tolto di tasca agli italiani molti quattrini, ma ha messo in ginocchio quei settori produttivi di beni collegati agli immobili, che ovviamente erano già in difficoltà a causa della crisi economica.
Si sa per certo che in quel periodo lo Stato ha guadagnato meno dell'anno precedente, ovvero quando l'IMU non esisteva.
L'abbassamento delle tasse, unito per forza anche ad un solido ridimensionamento di Equitalia e dei suoi modi barbari, porterebbe il cittadino a vedere lo Stato non più come l'incarnazione del male al quale si deve sfuggire ad esempio evadendo, ma piuttosto come un entità al di sopra di noi che ha come unico scopo quello di renderci la vita migliore, e per questo noi tutti saremmo ben felici di pagare quelle tasse giuste ed eque che ci garantirebbero uno stile di vita in continua ascesa.
Non per tornare sui soliti discorsi eh, ma negli ultimi vent'anni chi è stato l'unico leader politico ad aver tentato di portare questo mio rozzo progetto liberale a compimento?
Tartassare i cittadini ancor più di quanto non abbia già fatto il governo Monti e non abbia continuato a fare il governo Letta? Ne dubito fortemente. Togliere soldi ai cittadini vuol dire contrarre i consumi e quindi anche le entrare che lo Stato percepisce grazie ad essi.
Stipulare accordi con la Svizzera per il rientro di capitali italiani portati nelle loro banche per eludere il fisco? Può essere un buon modo per tornare in possesso di denaro che spetterebbe di dirtto allo Stato italiano, ma se il tutto si fermasse a questa operazione singola di certo non risolveremmo il problema.
Diminuire la spesa pubblica? Ovviamente lo si deve fare, anche perché su una spesa totale di circa 800 miliardi è ovvio che si possano trovare degli sprechi, anche consistenti, da tagliare e io mi riferisco anche a quella parte di spesa riguardante i dipendenti pubblici. Non per semplificare troppo eh, ma quelle facoltà universitarie in cui ci sono più insegnanti che studenti ne sono la prova.
Quindi diminuire gli sprechi in generale, a partire da quelli della politica (taglio del numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali e anche dimezzamento dei loro emolumenti) a quelli derivanti dalla mala gestione dei fondi destinati al mezzogiorno d'Italia.
Io mi permetto però di dare un'altra idea, forse scontata e sicuramente mal vista: abbassare le tasse, ABBASSARE LE TASSE e ancora ABBASSARE LE TASSE.
E' evidente a chiunque sappia usare un minimo di logica od abbia studiato un po' di economia politica che un abbassamento consistente delle tasse porta nelle casse dello Stato più denaro di quanto non ne verrebbe lasciando immutata l'imposizione fiscale.
Il meccanismo è semplice: se aumenti le tasse le persone hanno meno denaro da spendere, o se anche ne hanno optano per la tesaurizzazione per timore di avere problemi economici in futuro. Meno consumi, meno introiti per lo Stato. Tutto questo si riflette anche sull'occupazione in quanto la diminuzione dei consumi porta meno guadagni alle imprese che diminuiscono il personale, quindi il numero dei disoccupati aumenta. Ancora più persone impossibilitate a domandare beni.
Prendiamo la scellerata scelta effettuata dal governo Monti di creare l'IMU: non solo questa imposta ha tolto di tasca agli italiani molti quattrini, ma ha messo in ginocchio quei settori produttivi di beni collegati agli immobili, che ovviamente erano già in difficoltà a causa della crisi economica.
Si sa per certo che in quel periodo lo Stato ha guadagnato meno dell'anno precedente, ovvero quando l'IMU non esisteva.
L'abbassamento delle tasse, unito per forza anche ad un solido ridimensionamento di Equitalia e dei suoi modi barbari, porterebbe il cittadino a vedere lo Stato non più come l'incarnazione del male al quale si deve sfuggire ad esempio evadendo, ma piuttosto come un entità al di sopra di noi che ha come unico scopo quello di renderci la vita migliore, e per questo noi tutti saremmo ben felici di pagare quelle tasse giuste ed eque che ci garantirebbero uno stile di vita in continua ascesa.
Non per tornare sui soliti discorsi eh, ma negli ultimi vent'anni chi è stato l'unico leader politico ad aver tentato di portare questo mio rozzo progetto liberale a compimento?
0 commenti:
Posta un commento