Se questa è solo la tragica fine di qualcuno o il ritorno di qualcun’altro.
Dopo l’annuncio delle dimissioni da parte del professor Monti e della ricandidatura da parte del Cavaliere il panorama politico cambia del tutto. Il tanto voluto, e sostenuto da Napolitano, Governo dei tecnocrati è al suo tramonto. L’esperienza più fallimentare ed anti democratica a cui abbia mai assistito. Un incremento di tasse esorbitante, soprattutto paragonato all’inesistente taglio di costi statali che sarebbe dovuto esser stato messo in atto.
Adesso molte imprese hanno chiuso i battenti, gli operai sono in cassaintegrazione e le famiglie non sanno come pagar quest’ultima rata di IMU; l’imposta feroce che ha fatto ancor di più abbassare il valore, già minimo, degli immobili e che ha rovistato in modo illiberale nei portafogli dei cittadini racimolando il trovabile.
I tecnici prossimi al licenziamento annaspano per il Palazzo, da loro tanto deprecato, per trovare la coalizione che forse potrebbe candidarli come Ministro, chissà! E mentre cala il sipario su questo gruppo di banchieri e rettori, torna a farsi intravedere la sagoma di un uomo visto e rivisto, di un uomo che detiene il primato per presenze a Palazzo Chigi: toh, si tratta del Cavaliere, del Berlusca o del Caimano, termine usato da chi lo considera tale nel campo dell’imprenditoria. Tredici mesi fa mollò il comando della nave e un paio di mesi fa dichiarò di ritirarsi per sempre dalla politica nazionale.
Ma forse ha troppo istinto battagliero per poter scomparire mentre il Paese va a rotoli e mentre il suo Partito si disfa sotto i suoi occhi. Probabilmente se ne fotte del solito attacco mediatico- giudiziario che subirà appena la sua ricandidatura diverrà ufficiale.
Forse è il Caimano della politica. Forse anche questa volte, come nel ’94, riuscirà a mangiarsi in un sol boccone i suoi umili avversari che, pur godendo di tanta stima da parte delle Procure e da parte della Germania egemone, niente sono a confronto con quell’ometto di Arcore che tanto fa discutere sulla sua vita privata che non sul suo operato nel Palazzo. I liberali in Italia lo voteranno? I vecchi berluscones si ritroveranno a migliaia nelle piazza italiane scelte per i comizi? Chi lo sa!
Di una cosa però si deve essere sicuri: non godremo se al Governo andrà il duo Bersani-Vendola, l’uno odiatore ed incapace di professione, l’altro disfattista di quei valori portanti su cui è fondata la società italiana occidentale da lui tanto odiata, ma che lo sta mantenendo. Lo potremmo chiamare PdP: Partito delle Procure. O anche solamente il Partito degli anti: si, perché è composto da politucoli che vivono nel Palazzo solo perché sono anti qualcosa o qualcuno, nel caso specifico anti berlusconiani. Hanno vissuto come parassiti sulle sfortune o sugli inciampi di una persona che ha fatto nella sua vita più di quanto loro riuscirebbero mai a fare in 10 delle loro banali vite.
Con rispetto parlando, ovviamente.
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