Crocifisso si. Crocifisso no. A me dispiace davvero.
Mi dispiace per Gesù Cristo.
Per la fine che ha fatto e per la considerazione che ne hanno i suoi attuali discepoli.
Mi dispiace perché se deve espiare i nostri peccati su una croce posta in alto, non lo si può privare anche di questo.
Mi dispiace perché molti italiani occidentali credono che essere lungimiranti voglia dire privare gli scolari tutti della visione del crocifisso in nome di un rispetto che io chiamo falso buonismo.
Mi dispiace per la Madonna, che da lassù vede il suo unico figlio sballottato da un muro ad un armadietto e da un armadietto ad un muro.
Mi dispiace vedere come le fondamenta, su cui è fondata la nostra società, si stiano sgretolando in nome di un’apertura mentale che in realtà corrisponde solo ad un’apertura incontrollata delle frontiere.
Mi dispiace notare un attaccamento alla Costituzione solo quando si tratta di ribadire che l’Italia è uno Stato laico, quando tutti sanno che lo è solo sulla carta.
Mi dispiace vedere laici che si battono per la rimozione del crocifisso dai luoghi pubblici quando, essendo tali, non dovrebbe creargli alcun problema interiore vedere o no una croce col suo crocifisso. Mi dispiace ascoltare politici che si preoccupano più del benessere degli ospiti che dei padroni di casa. Mi dispiace che, rimuovendo il crocifisso, si rimuova anche la religione e la sua funzione più vera: unico freno inibitorio a tutti i nostri istinti primordiali.
Mi dispiace sentire anziani che, notando tutto questo, esclamano “si stava meglio quando si stava peggio!”.
Mi dispiace che per togliere quel pover’uomo dalla croce appesa al muro vengano istituite associazioni e movimenti.
Mi dispiace per chi ci crede davvero, per chi ha dato la vita per Lui e per chi, nel Suo nome, è a fare del bene nel mondo mentre qui alcuni tentano di nasconderlo sotto il tappeto.
Finché potrò io lo alzerò quel tappeto.
Anche solo scrivendo su un blog.
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