Perché lo votiamo ancora.
Mi chiedeva l'altra sera un mio amico renziano ed antiberlusconiano se io, elettore del Cavaliere, potessi dare il voto al giovane Renzi nel caso in cui egli rispettasse per filo e per segno gli impegni presi con gli italiani, passando sopra il fatto che il Rottamatore non ha avuto una legittimazione proveniente dalle urne.
Rispondo secco, no, almeno fin quando il nome di Silvio Berlusconi rimarrà scritto sotto il simbolo di Forza Italia o fin quando egli rimarrà il capo spirituale della coalizione liberale in Italia.
Mi viene di tutta risposta rimproverato di essere attaccato ad un nome e non ai risultati che i governi capeggiati da quel soggetto hanno portato ed inoltre di essere giovane solo anagraficamente.
Dico io, la politica è opportunismo intellettuale o attaccamento viscerale ad un ideale per il quale si vota, si litiga con chiunque e si prendono anche gli insulti? Domanda retorica ovviamente.
Berlusconi è stato, dal dopoguerra, il primo uomo ad entrare in politica non per guadagnarsi il pane quotidiano ma piuttosto per dare una botta di vitalità e di credibilità a quel che era rimasto dopo Tangentopoli, prima grande intrusione della magistratura nel palazzo del potere che ha, giusto o meno, azzerato tutto quel che decenni di voti avevano creato. Berlusconi rappresenta il traguardo che ogni uomo, in tutta sincerità, vorrebbe raggiungere e sia perché si è realmente fatto da solo e anche per il successo imprenditoriale che ha avuto. Dare il voto a Berlusconi è credere in questo sogno e dare fiducia ad un soggetto che ha tutto l'interesse di creare le condizioni perfette affinché il suo successo possa essere il successo di molti altri, di noi altri.
Votare Berlusconi vuol dire ringraziarlo per aver sventato quella tragedia che nel '94 sarebbe successa se non fosse intervenuto lui, ovvero la vittoria alle elezioni della famosa macchina da guerra di Occhetto. Questi sono soggetti sconfitti dalla storia ma che ogni poco tentano di ribaltarla e di raccontarne una fasulla, una che fa comodo a loro, poi però arriva l'imprenditore lombardo di turno che ha fatto del liberismo, e quindi dell'anticomunismo, la propria fortuna e li sbugiarda di fronte al popolo che in effetti preferisce il consumismo sfrenato ad uno Stato che abita in casa tua e ti dice quali scarpe comprarti e quanto guadagnare a fine mese. Questo ha come conseguenza il non dare la possibilità alle persone di elevarsi e di fare delle proprie capacità personali la propria arma vincente per costruirsi una vita adeguata a queste stesse capacità.
Berlusconi è il testimone che in questo paese le cose vanno davvero al contrario, proprio come dice Travaglio, ma al contrario di come dice lui, un contrario del contrario se prendiamo in considerazione le storie che ci racconta Marco Manetta. In questo paese da vent'anni la sinistra perde e se vince, vince di un voto e di una carota fatta passare per voto. Da vent'anni è palese che la maggioranza dei cittadini, pur non essendo berlusconiana, manco è di sinistra, eppure la sinistra comanda, controlla, punisce e pontifica. Parlo della sinistra nelle aule di tribunale, di quella nella Rai, di quella nei giornali, di quella nella Corte Costituzionale e di quella spesso presente nella persona del Capo dello Stato, e gli esempi di Scalfaro e Napolitano parlano da sé. Votare Berlusconi significa condannare queste realtà moralmente deprecabili e pretendere di scegliere il governo che ci governerà o che quello da noi scelto non venga mandato a casa grazie a manovre di palazzo, giochetti del cazzo svelati poi dall'Alan Friedman di turno.
Siamo seri, Berlusconi è stato l'unico negli ultimi vent'anni a proporre un programma liberale chiaro come il sole e se qualcuno mi dice che non ha fatto na mazza significa che ignora la verità e che finge di non sapere che in tutti i governi del Cavaliere c'è stato qualcuno o un gruppetto di elementi inaffidabili che hanno impedito il regolare svolgimento dei lavori o che, ancor peggio, hanno tradito. Votare Berlusconi significa denunciare questi sotterfugi perché il Cavaliere è realmente estraneo al mondo della politica, in quanto se non fosse entrato in campo nel '94 oggi godrebbe di maggior salute, pensate un po' voi quanto interesse aveva a farlo.
Votare Berlusconi vuol dire non accodarsi coi moralisti impertinenti che godono per le disgrazie altrui e che campano solo di questo, ma che razza di parassiti ha prodotto questa guerra dei vent'anni!
Sorvoliamo sull'uso politicizzato della giustizia, altrimenti spunterà il giustizialista di turno rimproverandomi di offendere così la magistratura intera compresi giudici del calibro di Falcone e Borsellino, e sinceramente non reggerei ancora una volta una barzelletta di questo tipo. E ci sarebbe ancora molto altro di cui parlare.
Vi pare che ad un bar o ad una cena con gli amici si possa intraprendere un discorso di questo tipo? Temo di no, ed ecco perché quando ci danno dei mafiosi, delle puttane e dei coglioni noi taciamo e tiriamo dritto. Cosa pensavate, che non avessimo argomenti?!
Rispondo secco, no, almeno fin quando il nome di Silvio Berlusconi rimarrà scritto sotto il simbolo di Forza Italia o fin quando egli rimarrà il capo spirituale della coalizione liberale in Italia.
Mi viene di tutta risposta rimproverato di essere attaccato ad un nome e non ai risultati che i governi capeggiati da quel soggetto hanno portato ed inoltre di essere giovane solo anagraficamente.
Dico io, la politica è opportunismo intellettuale o attaccamento viscerale ad un ideale per il quale si vota, si litiga con chiunque e si prendono anche gli insulti? Domanda retorica ovviamente.
Berlusconi è stato, dal dopoguerra, il primo uomo ad entrare in politica non per guadagnarsi il pane quotidiano ma piuttosto per dare una botta di vitalità e di credibilità a quel che era rimasto dopo Tangentopoli, prima grande intrusione della magistratura nel palazzo del potere che ha, giusto o meno, azzerato tutto quel che decenni di voti avevano creato. Berlusconi rappresenta il traguardo che ogni uomo, in tutta sincerità, vorrebbe raggiungere e sia perché si è realmente fatto da solo e anche per il successo imprenditoriale che ha avuto. Dare il voto a Berlusconi è credere in questo sogno e dare fiducia ad un soggetto che ha tutto l'interesse di creare le condizioni perfette affinché il suo successo possa essere il successo di molti altri, di noi altri.
Votare Berlusconi vuol dire ringraziarlo per aver sventato quella tragedia che nel '94 sarebbe successa se non fosse intervenuto lui, ovvero la vittoria alle elezioni della famosa macchina da guerra di Occhetto. Questi sono soggetti sconfitti dalla storia ma che ogni poco tentano di ribaltarla e di raccontarne una fasulla, una che fa comodo a loro, poi però arriva l'imprenditore lombardo di turno che ha fatto del liberismo, e quindi dell'anticomunismo, la propria fortuna e li sbugiarda di fronte al popolo che in effetti preferisce il consumismo sfrenato ad uno Stato che abita in casa tua e ti dice quali scarpe comprarti e quanto guadagnare a fine mese. Questo ha come conseguenza il non dare la possibilità alle persone di elevarsi e di fare delle proprie capacità personali la propria arma vincente per costruirsi una vita adeguata a queste stesse capacità.
Berlusconi è il testimone che in questo paese le cose vanno davvero al contrario, proprio come dice Travaglio, ma al contrario di come dice lui, un contrario del contrario se prendiamo in considerazione le storie che ci racconta Marco Manetta. In questo paese da vent'anni la sinistra perde e se vince, vince di un voto e di una carota fatta passare per voto. Da vent'anni è palese che la maggioranza dei cittadini, pur non essendo berlusconiana, manco è di sinistra, eppure la sinistra comanda, controlla, punisce e pontifica. Parlo della sinistra nelle aule di tribunale, di quella nella Rai, di quella nei giornali, di quella nella Corte Costituzionale e di quella spesso presente nella persona del Capo dello Stato, e gli esempi di Scalfaro e Napolitano parlano da sé. Votare Berlusconi significa condannare queste realtà moralmente deprecabili e pretendere di scegliere il governo che ci governerà o che quello da noi scelto non venga mandato a casa grazie a manovre di palazzo, giochetti del cazzo svelati poi dall'Alan Friedman di turno.
Siamo seri, Berlusconi è stato l'unico negli ultimi vent'anni a proporre un programma liberale chiaro come il sole e se qualcuno mi dice che non ha fatto na mazza significa che ignora la verità e che finge di non sapere che in tutti i governi del Cavaliere c'è stato qualcuno o un gruppetto di elementi inaffidabili che hanno impedito il regolare svolgimento dei lavori o che, ancor peggio, hanno tradito. Votare Berlusconi significa denunciare questi sotterfugi perché il Cavaliere è realmente estraneo al mondo della politica, in quanto se non fosse entrato in campo nel '94 oggi godrebbe di maggior salute, pensate un po' voi quanto interesse aveva a farlo.
Votare Berlusconi vuol dire non accodarsi coi moralisti impertinenti che godono per le disgrazie altrui e che campano solo di questo, ma che razza di parassiti ha prodotto questa guerra dei vent'anni!
Sorvoliamo sull'uso politicizzato della giustizia, altrimenti spunterà il giustizialista di turno rimproverandomi di offendere così la magistratura intera compresi giudici del calibro di Falcone e Borsellino, e sinceramente non reggerei ancora una volta una barzelletta di questo tipo. E ci sarebbe ancora molto altro di cui parlare.
Vi pare che ad un bar o ad una cena con gli amici si possa intraprendere un discorso di questo tipo? Temo di no, ed ecco perché quando ci danno dei mafiosi, delle puttane e dei coglioni noi taciamo e tiriamo dritto. Cosa pensavate, che non avessimo argomenti?!
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