La Repubblica, il partito.
Il partito di Repubblica, quel gruppo di tromboni di sinistra (parlamentari e non) che si dicono democratici solo quando la maggioranza dei voti l’ha presa il loro partito di riferimento, solo quando le inchieste vengono pilotate contro il loro nemino storico, solo quando le urne sono favoriscono loro.
Il partito di Repubblica, quei luminari della democrazia che rispettano le istituzioni, vedi il Presidente della Repubblica, solo quando tacciono o si esprimono su filoni ideologici a loro simpatici, solo quando chi comanda da pareri simili ai loro, congeniali a loro, altrimenti niente da fare, è immondizia che può essere cestinata o che, anzi, deve categoricamente essere cestinata.
Il partito di Repubblica, quegli intellettuali che sono disposti a cestinare, vedi comma precedente, i loro nemici per il bene della Patria, per amor di Dio, per scongiurare un’altra dittatura di stampo fascista, salvo poi sapere che si tratta di liberali. Ovviamente, trovandoci in una democrazia, non si può sconfiggere l’avversario tramite urne, tramite voto degli aventi diritto, ma con secondi mezzi, la cui leicità non è assicurata ma neanche doverosa, dato che i fini che questi tromboni perseguono sono buoni e giusti per definizione.
Il partito di Repubblica, i manettari amici dei magistrati odiatori perchè provenienti da correnti ideologiche che insegnano solo quello, l’odio per il nemico. Questi giustizialisti usano la legge come cavolo credono meglio perchè, probabilmente, si sentono investiti di una carica che proviene dall’alto, dal cielo, eppure son convinto che non verranno beatificati!
Il partito di Repubblica, i costituzionalisti che si scagliano contro le leggi ad personam del Cavaliere, dimenticandosi pero’ la giustizia ad personam usata contro il Cavaliere per disarcionarlo. Hanno ragione ad insorgere, a fronte di 18 anni di grotteschi attacchi giudiziari una manifestazione contro questo schifo è troppo, non si può nè sostenere nè sopportare!
Sono talmente patetici e privi di significato che devono strisciare ai piedi di quel saltimbanco di Beppe lo Pterodattilo, chiedendogli un appoggio in Parlamento. Andate al diavolo, voi e chi vi ci ha messo.
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