"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Eterno dilemma.

, by Yoga

Non avere limiti, vivere fino a morire, fino a non averne più voglia, abbracciare tutto quel che ti passa sotto tiro, stringerlo e farlo tuo, che sia bene o che sia poco bene. Nel caso si trattasse di solo male è consigliabile cambiare direzione. Il punto è che il relativismo di oggi ci impedisce di recepire il vero significato di ciò che ci circonda, delle nostre azioni e dei nostri istinti. Il significato della stessa vita è relativo e cambia da nazione a nazione, a volte perfino all’interno delle quattro mura domestiche si avverte questa divergenza, che sembra assurda e lontana da tutti noi, ma che invece  ci sta costantemente alle calcagna. È un po’ come quando si pensa alle malattie mortali, tutti siam sicuri che mai ci toccheranno, eppure dall’oggi al domani potremmo venire a conoscenza di un male terminale che ci affligge. 
Uno degli eterni dilemmi dell’uomo: lo faccio o non lo faccio? Seguo il mio istinto tentando di appagare ciò che la pancia mi chiede, o rifletto, conto e, seguendo la ratio, mi astengo? Chi sta meglio, chi guadagna di più, quello che si butta ovunque con l’intenzione di assaporare qualsiasi pietanza o quello che invece si mostra dubbioso, studioso e calcolatore? Poe, per tentare di andare oltre, di capir ciò che lucidamente tutti noi non possiamo capire e vedere, si stordiva bevendo e drogandosi come un pazzo, scriveva poesie inquietanti, la sua stessa faccia era terribile, era quella di un uomo  troppo normale ma anche troppo curioso. Lui tentava di superare i suoi limiti, di strapparsi la pelle di dosso per scoprirsi senza morire e mettere il tutto nero su bianco. Era un folle, uno scriteriato, eppure son sicuro che molti dei suoi amanti lo invidiano, non per la sua vita visibile da tutti, ma per quello che forse è riuscito a vedere e per le risposte che forse è riuscito a darsi. 
Col cavolo che butterei via la mia vita per darmi risposte, piuttosto non mi pongo domande, pero’ che palle, non ha senso stare al mondo senza esser curiosi. Questo problema è il senso della vita, senso non esprimibile chiaramente a parole ma intuibile da tutti. I vecchi sono fortunati, a fronte di un fisico non più smagliante godono di una saggezza non fatta di cultura ma di esperienza, di insegnamenti ricevuti che poi possono esser trasferiti a chi ne ha bisogno. L’esperienza pero’ non cresce da sola, va coltivata nel giusto modo ed incrementata giorno dopo giorno. E c’è un solo modo per arrivare a questo risultato, vivere.

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