Vesto alla marinara. Un grazie anche a Suni.
Sto leggendo, anzi sono già a fine di “vestivamo alla marinara” di Susanna Agnelli. E’ stato uno dei regali che ho ricevuto da Giulia questo Natale. Compatto, scorrevole ed irrequieto. Mi ha, in parte, sconvolto per i sentimenti che Suni descrive e perché Giulia mi aveva già descritto quel libro come una sorta di botta in testa che stordisce con effetti duraturi.
L’amore che la scrittrice provava verso un ragazzo lontano con gli occhi azzurri che la faceva impazzire, ma che ricambiava completamente o i litri di lacrime versati per un malessere diffuso in te ma che non riesci a comprendere. Ancora molte altre descrizioni che io e Giulia abbiamo provato insieme, che viviamo oggi come un anno e 8 mesi fa, che ti fanno sentire vivo nonostante in quel momento tu ti senta con un piede nella fossa. Viene descritta la Versilia, la passeggiata e i pescatori che di prima mattina andavano a guadagnarsi da vivere in riva al mare con delle canne da pesca rudimentali, oggi sostituite con arnesi moderni, eppure i posti rimangono quelli.
Per me quel posto simboleggia l’inizio di tutto, per Susanna un rifugio, ma entrambi gli diamo un valore inestimabile. Io due anni fa ho scoperto l’amore per Pietrasanta come lei per la pineta di Viareggio, due posti conosciuti ma, fino a quel momento, non vissuti con passione e amore. Persone che danno importanza ad ogni singolo angolo di quella località come ad ogni singolo granello di quella spiaggia lunga una ventina di chilometri. Pascoli le chiamava “le piccole cose di pessimo gusto” ed aveva ragione; sono piccole cose apparentemente insignificanti ma che hanno un peso nella tua vita più importante della vita stessa perché ne occupano una buona parte. Si ripensa a si piange per colpa della lontanza, ma allo stesso tempo si vive.
L’amore che la scrittrice provava verso un ragazzo lontano con gli occhi azzurri che la faceva impazzire, ma che ricambiava completamente o i litri di lacrime versati per un malessere diffuso in te ma che non riesci a comprendere. Ancora molte altre descrizioni che io e Giulia abbiamo provato insieme, che viviamo oggi come un anno e 8 mesi fa, che ti fanno sentire vivo nonostante in quel momento tu ti senta con un piede nella fossa. Viene descritta la Versilia, la passeggiata e i pescatori che di prima mattina andavano a guadagnarsi da vivere in riva al mare con delle canne da pesca rudimentali, oggi sostituite con arnesi moderni, eppure i posti rimangono quelli.
Per me quel posto simboleggia l’inizio di tutto, per Susanna un rifugio, ma entrambi gli diamo un valore inestimabile. Io due anni fa ho scoperto l’amore per Pietrasanta come lei per la pineta di Viareggio, due posti conosciuti ma, fino a quel momento, non vissuti con passione e amore. Persone che danno importanza ad ogni singolo angolo di quella località come ad ogni singolo granello di quella spiaggia lunga una ventina di chilometri. Pascoli le chiamava “le piccole cose di pessimo gusto” ed aveva ragione; sono piccole cose apparentemente insignificanti ma che hanno un peso nella tua vita più importante della vita stessa perché ne occupano una buona parte. Si ripensa a si piange per colpa della lontanza, ma allo stesso tempo si vive.
0 commenti:
Posta un commento