"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

E’ questione di coinvolgimento e prospettiva.

, by Yoga

Dev’esser bello scrivere un libro, avere il tempo e la pazzia necessaria per poterlo fare. E’ come voler girare un film; si trova un posto da cui si vede molto e si inizia a pensare, quindi si presuppone che prima sia stata avvertita l’esigenza di trasmettere qualcosa, magari di far provare ad altri sentimenti che hai provato tu. Si deve essere brillanti e coinvolgenti, nè intelligenti e nè eruditi. 
Si deve avere buon occhio per poter intravedere l’illuminazione o anche solo il particolare che ti rende chiaro qualcosa che hai già nella zucca ma che si cela dietro un velo di distrazione. 
Credo che questo sia il metodo utilizzato anche da registi e cantautori. Secondo me, ad esempio, uno come De Gregori deve avere una casa, nella periferia di una qualche città, che abita quando deve trovare un’ispirazione. Così lui esce la mattina dopo colazione e cammina con in bocca un drum, con in tasca il classico taccuino dove annota ciò che vede e ritiene interessante. 
Me lo immagino che si gratta la barba rossa e bianca mentre passeggia e immagino che lui canticchi i versi di Rimmel sotto i suoi baffi, quando non se li taglia troppo corti. Secondo me se c’è il sole usa degli occhiali scuri con le lenti tonde e la montatura fine e veste principalmente giacche di velluto o di lana, si perchè la lana riprende la ruvidità della barba incolta. De Gregori potrebbe scriverne a centinaia di libri, solo spiegando le sue canzoni, senza entrare nel merito della sua vita. Io pagherei non so quanto per poter averci una conversazione, in modo da annotarmi sul mio taccuino tutto ciò che lui dice perchè sono convinto che principalmente siano cose brillanti e coinvolgenti, non intelligenti. Mi è capitato oggi di stare per un minuto appollaiato sul tetto di casa mia, non perché sia impazzito ma perché dovevo recuperare un oggetto.  
L’asfalto della via era meno scuro ed ho conosciuto particolari dei giardini delle ville vicine che fino a quel momento non esistevano per me. Mia sorella giocava a tennis contro il muro del giardino di casa mia e mio cugino, uscito di casa, mi salutava sorridendomi. 
Mia sorella l’ho vista tante altre volte giocare e mio cugino non era la prima volta che mi sorrideva, ma mai era successo tutto ciò a quell’altezza.

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