"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Facciamo risorgere gli Stati Uniti sostenendo Donald Trump!

, by Yoga

A Donald Trump danno del razzista, dello xenofobo, del demagogo, ma è una tattica fine a sé stessa che noi conosciamo fin troppo bene. Sono questi i termini denigratori che una certa sinistra salottiera e grassa e ben vestita riserva per chi mette in discussione alcuni dogmi impostici dai progressisti: l'immigrazione selvaggia, l'accettazione acritica dell'Islam, la parificazione delle unione tra omosessuali con quelle tra eterosessuali, il ripudio della guerra nonostante il ricevimento formale ai nostri danni di una dichiarazione di guerra e infine la cancellazione dalle nostre anime della nostra cultura, divenendo così delle stupide scatole vuote pronte per essere riempite. Chiunque si schieri contro questo andazzo pericoloso e sciocco viene tacciato di fanatismo. Io dico, invece, che si tratta di un'anima coraggiosa che fa del politicamente corretto il nemico supremo da abbattere.

Si tratta difatti di quel mostro silenzioso conosciuto come politically correct, ovvero il divieto assoluto di affrontare alcune questioni inseguendo la verità e confrontandosi col principio di realtà. Questo non si può dire o al massimo lo puoi dire utilizzando questa formula "soft". Loro vanno accettati e non criticati perché altrimenti rischi di toccare le loro anime sensibili, e poco importa se tutto questo accade nel tuo paese, dentro i tuoi confini, calpestando di fatto i diritti sanciti dalla Costituzione che rendono la nostra vita degna d'essere vissuta in quanto libera. The Donald si oppone esattamente a questo, con tutte le sue battute talvolta sferzanti ed eccessive. Avverte, come tutti noi nonostante che molti non vogliano ammetterlo, che la libertà di dire la verità sta venendo meno, che il mostro politicamente corretto sta corrodendo sempre più le nostre anime rendendoci degli effettivi idioti, incapaci di analizzare la realtà per quella che è.

E la realtà è esattamente quella presentataci dal miliardario di New York. L'immigrazione selvaggia uccide la nostra sicurezza e il nostro paese, poiché selvaggiamente viene importata una cultura nuova che risulta incontrollabile proprio per il modo con cui si sposta per l'intero globo. Pretendono i democratici alla Clinton o i comunisti alla Boldrini di farci bere la panzana dello straniero clandestino portatore del diritto d'essere accolto. Mettiamo dunque bene in chiaro che se i confini esistono è proprio per evitare che chiunque e in qualsiasi modo li varchi invadendo un territorio ben definito e delimitato. Se aggiungiamo che il 90% di questi ospiti indesiderati appartiene all'Islam, beh insomma, quello che era un problema, adesso è un enorme problema. Mandando al diavolo il politically correct dobbiamo entrare nel merito dell'Islam e capire a fondo l'incompatibilità di tale cultura con la nostra laica e liberale. Successivamente accostare al termine "terrorismo" l'aggettivo "islamico", dichiarandosi quindi consapevoli della natura violenta e totalitaria dell'Islam, ma non per questo maltrattare gli islamici. 

L'America non può non fare tutto questo perché si tratta della più grande ed importante potenza militare mondiale, proprio quella che liberò noi europei dal nazifascismo che ci opprimeva. E' necessario essere sfrontati anche oltre l'inverosimile, senza addossare stupidamente le colpe degli attentati islamici avvenuti negli Usa alle armi libere o accusando il candidato repubblicano che parla chiaramente di fomentare il terrorismo. Il presidente degli Stati Uniti d'America non può permettersi il lusso di parlare con la lingua di legno, facendo finta di non vedere la realtà per quella che è.
Sotto l'aspetto economico, è pure inutile precisarlo, The Donald è il migliore perché è un outsider, un imprenditore di successo, colui che più sa d'economia reale e di come creare ricchezza senza accettare quella concessaci da qualcun'altro, a condizioni del tutto sfavorevoli. Il miglior politico è colui che tratterebbe lo Stato come una sua azienda privata. Ciò, è evidente, risulta impossibile per chi ha solo fatto politica senza mai calarsi nel mondo reale dell'imprenditoria. 

Dispiace notare, eccezion fatta per un deludente Giuliano Ferrara anti Trump, l'indifferenza degli intellettuali e dei giornalisti liberali e di destra italiani nei confronti di The Donald. Dispiace notare la loro indifferenza soprattutto perché trattasi di persone che negli ultimi vent'anni hanno combattutto la battaglia per affermare il diritto del nostro outsider Berlusconi di mantenere la sua vita privata tale senza essere spiato dal buco della serratura. Esattamente ciò che è accaduto a Trump anche se con toni decisamente più pacati perché, comunque sia, gli Stati Uniti danno lezioni di libertà e di democrazia a chiunque.

Insieme a The Donald, dobbiamo far tornare gli Stati Uniti ad essere grandi come lo erano prima degli otto anni di Obama.

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