"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Ecco chi ha perso il referendum. Ditelo a Emiliano.

, by Yoga

La domanda che assilla le nostre menti è chi ha vinto e chi ha perso il referendum sulle trivellazioni in mare.
Della serie, tutti lo sanno, ma nessuno lo dice chiaramente, perché esiste un fronte esteso di promotori di tale referendum che non vuole ammettere la sconfitta. Il capofila di questo gruppetto è il governatore della Puglia Michele Emiliano, che con disinvoltura ha tentato di spiegare che la manciata di milioni di persone che si è recata alle urne (su cinquanta milioni di aventi diritto) e le modifiche che il governo ha apportato in materia di trivellazioni poco prima del voto, hanno decretato che i vincenti sono i promotori del referendum. Neanche è stato raggiunto il quorum, ma ad Emiliano poco importa.

Non era necessario essere un genio o un renziano di ferro per capire che le nostre risorse vanno sfruttate al meglio, perché non estrarre petrolio e gas dai nostri giacimenti per timori di disastri ambientali equivale a tenere gli Uffizi chiusi perché, se aperti, c'è il rischio che qualche delinquente deturpi ciò che è al loro interno. Una cazzata grossa come una casa, dunque. E l'idea che l'istituto referendario possa essere pervertito ed utilizzato per scopi politici (ovvero dare una spallata al governo) è abominevole e sbagliata sotto ogni punto di vista. Stiamo ancora pagando lo sciagurato referendum del 2011 contro il nucleare, indetto con l'unico scopo di menare il solito Berlusconi, il quale, tra un referendum perso, una condanna in primo grado e dei punti di spread fatti alzare a bacchetta, dovette dimettersi. 

Ve lo dico io chi ha perso il referendum di domenica scorsa.
Sono rimasti a bocca asciutta gli ambientalisti delle domeniche in bicicletta, del fotovoltaico e dell'energia eolica, del turismo responsabile e dell'altro modo di fare sviluppo. Hanno perso quelli che "occupare un immobile è un mio diritto", i podemos italiani, gli antagonisti, gli indignados e le seņoritas del chilometro zero e l'equo&solidale. Quelli del livello dei mari che si sta alzando e a breve verremo tutti sommersi, dell'inverno più rigido da mille anni a questa parte e l'estate più torrida di sempre, la generazione secondo cui l'Italia fa schifo a priori mentre all'estero è tutta una cuccagna, tutto un pannello fotovoltaico e le persone sorridenti che non buttano mai una cartaccia a terra. Lo hanno preso in tasca anche quelli secondo cui l'immigrato è una risorsa indispensabile, lo Stato Islamico è nato a causa dell'Occidente cattivo che vende armi al mondo intero e quindi un po' ci meritiamo gli attentati. I soliti che a Parigi cantavano John Lennon con aria pacifica, mentre il sangue ancora bagnava le strade e gli spari riecheggiavano nelle orecchie dei francesi. Quelli secondo cui bisogna dialogare con gli islamici, accogliere le loro richieste e piegare la testa, difatti oltre a cantare in coro stonati, a parer loro nient'altro si può fare. Il loro piagnisteo trendy, tutti preoccupati per Madre Terra, evidentemente ha stancato. E loro hanno condiviso la batosta con i nazistelli vegani, secondo cui se mangi la bistecca muori mentre se mangi insalata vivrai cent'anni. 

Questo folto gruppo di rompipalle moralisti, con deficit d'attenzione, hanno perso il referendum.
Fatelo sapere a Emiliano e company.

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