Oltre che di Pokémon Go, dovremmo preoccuparci dell'islamicamente corretto.
Il periodo di riposo di LiberaMente è terminato. L'assurdità è che il suo riposo ha coinciso col mio periodo più intenso in fatto di studio e lavoro (per gli interessati, scrivo su Linee Future, un delizioso quotidiano toscano).
Ventiquattro ore fa circa stavo tornando dal mio secondo Cammino di Santiago, ma non ho intenzione di tentare di spiegarvi cosa signfichi e quanto faccia a pezzi l'anima. Chi possiede la voglia e il coraggio necessari per andare ad abbracciare l'ignoto si faccia avanti. Basta prenotare un volo e mettere in uno zaino dei vestiti. Non esiste cosa più semplice, eppure solo in pochi partono davvero. Del mio Cammino sapranno solo poche persone, in particolare una sola.
Di Pokémon Go invece sapete tutti, poiché è ciò che fa più tendenza in questi ultimi tempi. Non è un reato scaricare l'applicazione, non nuoci a nessuno se ci passi svariate ore al giorno, ognuno ha il proprio hobby e gli concede il tempo che ritiene necessario. Ma in questo caso, come in molti altri, l'occasione è ghiotta per coloro che, senza il minimo sforzo, vogliono salire di uno scalino sopra gli altri, ovvero coloro che impiegano tempo nel catturare i Pokémon. Anche se personalmente non ho scaricato l'applicazione (solo perché non ho il tempo necessario da dedicargli: o le cose si fanno per bene o non si iniziano neanche), mi viene l'orticaria ogni qualvolta da dietro l'angolo spunta il moralista che punta il dito contro il ragazzino in cerca di quei mostriciattoli e gli urla che non capisce niente, che dovrebbe impiegare il suo tempo in attività migliori e che (rullo di tamburi) appartiene ad una generazione di scellerati che non capiscono niente (anche) perché rincorrono Pokémon per strada. Ad ascoltar tutti questi professoroni, impeccabili studiosi dal sopracciglio alzato, pallosi moralisti che la sera fanno tardi solo perché leggono molto (mai per dedicarsi a certe frivolezze o vizi, manco fossero dei santi), mi tornano in mente gli articoli scritti dalle intellettuali donnette italiane contro Melania Trump, rea di non essere avvezza a certi tipi di letture, di non possedere un linguaggio forbito e di aver mostrato le proprie meravigliose curve.
Fate sapere a questo branco di sapientoni e radical chic che oggigiorno dovremmo preoccuparci, più che dei Pokémon, della crisi valoriale che ammorba l'Italia e l'Occidente, dovuta ad un progressivo sradicamento della nostra cultura dalle nostre anime. Suggerite loro di scrivere i loro articoloni sui crocifissi che pian piano spariscono dalle scuole, sulla carne di maiale ormai non più presente nei menù degli asili e sui presepi invisibili in tutti gli istituti scolastici, tutto ciò per non urtare la suscettibilità di soggetti ospiti che pretendono di imporre la loro cultura illiberale sulla nostra liberale e laica. E ci stanno riuscendo, ma di articoli indignati sul Corriere o su Repubblica non ne vediamo traccia. Potrebbero anche preoccuparsi dell'alto numero di persone italiane (soprattutto giovani) che decidono di convertirsi all'Islam, integralmente e senza alcuna moderazione, arrivando addirittura ad arruolarsi nell'esercito dello Stato Islamico. O la causa di tali assurde scelte sono i Pokémon? Ancora, dovremmo poter leggere articoli di giornalisti ed intellettuali preoccupati della progressiva presa di potere che il politicamente corretto e l'islamicamente corretto hanno sulle nostre coscenze, impedendoci di ragionare serenamente, quindi di distinguere il giusto dallo sbagliato, la verità dalla menzogna. Se avessi un figlio mi preoccuperei maggiormente se non potesse esprimere liberamente la propria opinione sull'Islam in Occidente (poiché tacciabile di islamofobia) rispetto a se passasse qualche ora in caccia di Pokémon. Ma si sa, ad ognuno le proprie priorità.
Il guaio, a parer mio, è che di questo passo sparirà insieme alla libertà di fare la recita natalizia anche quella di cercar Pokémon in quanto attività che distrae il buon fedele musulmano dall'adorazione di Allah.
Diciamolo tutti insieme: Gotta catch 'em all!
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