Tre morti negli ultimi giorni: Renzi, Buonanno e Sekine Traoré.
Scrivere per un quotidiano vero e proprio comporta tale situazione: le tue idee, tutto ciò che ritieni meritevole d'essere impresso su carta (o su pc) lo utilizzi per gli articoli che scrivi per quel giornale. Ti ritrovi così, ad un certo punto, con un blog che non vuoi abbandonare ma che tendi sempre più a trascurare. Sensi di colpa e vecchi ricordi, belle donne che ti hanno spinto ad iniziarlo e che adesso non esistono più, tutte dalla quarta in su (non mi riferisco alle marce di un'automobile).
Le amministrative son passate, o quasi. Spero che ai ballottaggi il Pd di Renzi perda, perché la questione di Nicola Porro e di Libero proprio non mi è andata giù (il post di cui ne parlavo ha raccolto poche visualizzazioni: siete degli idioti, lettori). Dovremmo attenerci al merito e non votare tifando come si fa allo stadio. Io in realtà faccio quasi sempre il contrario: un po' perché tifare e incazzarmi mi gasa molto, un po' perché "merito" è una parola pressante, che mi fa soffrire di claustrofobia. Il merito è una stanzetta minuscola senza finestra che sei costretto ad abitare. Costretto, dunque a te fa cagare come sistemazione. Non respiri e quasi soffochi. Io evado e me ne frego. Del merito mi importa fino ad un certo punto. Speriamo che Renzi perda.
E' morto Buonanno, il leghista con il taglio di capelli simile al mio quando avevo quattordici anni. Incidente in auto. Forse non è stato poi così casuale. Ma i giornalisti saprebbero tirar fuori una storia formidabile anche da un gatto investito in autostrada: ovvero dal niente. E' morto e basta per quanto mi riguarda. Adesso è pieno di cazzoni che esultano per la sua morte. Uno di loro lo conosco, e non posso neanche dire sia un completo imbecille. Partorisce idee sostanzialmente contrarie alle mie ma sono costretto a rispettarlo (per inciso, chiunque la pensi diversamente da me non viene considerato dal sottoscritto una persona molto intelligente. E sticazzi direte voi. Figuriamoci io!). Ho fatto una gran fatica a non commentare il suo post su Facebook in cui rideva della morte di Buonanno, ma meglio così, credo mi avrebbe querelato per diffamazione. E la prima querela per ciò che scrivo voglio prenderla insultando chi ha un q.i. superiore a quello di una lumaca.
A Rosarno, Sekine Traoré, clandestino del Mali ospite in una tendopoli oscena e bracciante a disposizione del caporalato, ha tentato di infilzare un carabiniere con un coltello. Ha vinto chi ce l'aveva più lungo, ovvero l'uomo in divisa, poiché munito di arma da fuoco. Il carabiniere ha personalmente sparato, ma la situazione ingestibile e unica in Occidente che ha reso ciò inevitabile è stata creata dal governo italiano, dalla sua politica inefficace e indolente, terzomondista e buonista. Adesso il problema non riguarda la solita polemica tra chi non vuole clandestini tra i coglioni e chi, invece, se li vorrebbe pure portare a letto. No, adesso dobbiamo assistere al linciaggio (spero solo mediatico) di quel servitore dello Stato in divisa che per difendere sé stesso e gli altri presenti ha premuto il grilletto.
Renzi si sta scavando la fossa da solo, perché il Pil e Verdini non sono dei perfetti compagni di avventura.
Buonanno ha la possibilità, da lassù, di cagare in testa ai coglioni che lo deridono, amico mio compreso.
Nel Mali non c'è alcuna guerra che minacci i diritti inviolabili dell'uomo, eppure un ospite indesiderato e inatteso è morto sulla nostra terra. Faccio male a dire che me ne frega assai poco?
Ripensandoci, ecco perché non chiuderò il mio blog.
0 commenti:
Posta un commento