La festa della donna e le sue contraddizioni.
L'otto marzo era ieri, la Giornata internazionale della donna è passata anche quest'anno, finalmente dico io. Non troverete qui di seguito felicitazioni per il profondo significato della giornata appena trascorsa, un elenco sui diritti di cui il gentil sesso non godeva e che invece adesso gli appartengono. Il politicamente corretto non mi si confà, ma non perché io sia negazionista dei soprusi subiti dalle donne per decenni, piuttosto perché nella direzione seguita dalla massa si trova, quasi sempre, incoerenza a carrettate.
Allora, siccome io mi voglio discostare dal gregge (e casomai sarà il pastore a richiamarmi a sé), tra mimose, mazzi di mimose e torte alla mimosa, il pensiero mi va a quelle situazioni in cui addirittura son state delle donne a maltrattare la dignità di altre donne. Il pornoprocesso riguardante le scopate del Cavaliere, gli origliamenti, le domande taglienti ed invasive della sessualità altrui, lesive di quel bene disponibile che è la libertà sessuale di ognuno di noi, le intercettazioni fatte scappare dalla Procura di Milano e pubblicate sui giornali della sinistra guardona, gli appellativi che più o meno direttamente venivano affibbiati alle ragazze che avevano accettato l'invito a cena del premier, quell'uomo potente e di televisione che ovviamente le giovani ragazze avevano inquadrato come una possibilità da non farsi scappare. "Ci descriva l'abbigliamento burlesque per facilitarci la comprensione", "si è mai fatta toccare nelle parti intime?", "lei indossava un perizoma color carne?", "ha visto palpeggiamenti?" e ancora, e ancora domande che se non avessi letto che eran state poste in un tribunale italiano avrei certamente creduto appartenessero ad un processo chessò, tenutosi a Kabul, uno di quei posti in cui la donna è per legge inferiore all'uomo, dove la dignità della donna può esser fatta a pezzi per degli interessi ritenuti superiori. Lo Stato italiano guardone, rappresentato dalla Procura di Milano nella persona di Ilda Boccassini, malato di voyeurismo della peggior specie, si arrogò il diritto di dividere le donne in due categorie, quelle di serie A e quelle di serie B, le Sante e le Puttane. Criterio per effettuare tale divisione? La libera scelta che alcune di loro presero di passare alcune serate in compagnia di un uomo forse anziano e sicuramente ricco e potente, creatore di quel mondo magico chiamato televisione commerciale dove si può far carriera e guadagnar soldi solo mostrando avvenenza e un fisico attraente. Puttane!, urlavano i guardoni depravati fuori dal tribunale di Milano, quando le trenta olgettine uscivano a pezzi da quel palazzo dove i giudici dovrebbero far giustizia applicando la legge, punire i criminali, assolvere gli innocenti e di certo non impartire lezioni di stampo moralistico facendo a brandelli la dignità di quelle ragazze. Vorrei trovarmi faccia a faccia con il Pm Boccassini e urlarle nel viso "pure io sono una puttana, mi intercetti e mi perquisisca, sono stato a letto con un'anziana ereditiera dietro pagamento, perché del mio corpo faccio quel che voglio e il suo regime degno della Berlino est non mi intimorisce". Intercettateci tutti, intercettate pure i vostri figli e i vostri mariti o le vostre mogli ma preparatevi anche al peggio: siamo veramente tutti puttane. L'apice lo toccò Michele Santoro con la sua puntata di Servizio Pubblico in cui interrogò una mitomane che accusava l'attuale compagna di Berlusconi d'esser omosessuale. Che cazzo di accusa è? Perché il popolo italiano al giovedì sera dovrebbe interessarsi dell'orientamento sessuale di una signorina? La dignità della ragazza sotto accusa che fine ha fatto? La dignità di donna, le battaglie contro le accuse omofobiche, tutto finito nel cesso della Santa Inquisizione? Probabilmente se mandassimo Santoro affanculo una volta per tutte, pure noi faremmo del Servizio Pubblico.
Ma l'establishment femminista italiano nulla ha mai avuto da dire contro queste manifestazioni di sessismo dilagante. Sembrava di vedere "Le vite degli altri", quel gran pezzo di film che riesce a descrivere perfettamente la situazione assurda che degli esseri umani hanno vissuto per anni: origliati, accusati e privati della propria libertà e dignità. Quando si dava della puttana a qualunque donna avesse varcato la soglia di Arcore, dov'era la Boldrini che pretende d'esser chiamata Presidentessa della Camera e non Presidente della Camera? Perché non ha difeso le libere scelte prese da quelle ragazze? Perché non ha condannato i loro persecutori?
Se il mondo femminile e femminista si accontenta di ricevere un mazzo di mimose per sentirsi corteggiato, ma evidentemente non tutelato, allora credo davvero che non meriti una festa in suo onore.
Allora, siccome io mi voglio discostare dal gregge (e casomai sarà il pastore a richiamarmi a sé), tra mimose, mazzi di mimose e torte alla mimosa, il pensiero mi va a quelle situazioni in cui addirittura son state delle donne a maltrattare la dignità di altre donne. Il pornoprocesso riguardante le scopate del Cavaliere, gli origliamenti, le domande taglienti ed invasive della sessualità altrui, lesive di quel bene disponibile che è la libertà sessuale di ognuno di noi, le intercettazioni fatte scappare dalla Procura di Milano e pubblicate sui giornali della sinistra guardona, gli appellativi che più o meno direttamente venivano affibbiati alle ragazze che avevano accettato l'invito a cena del premier, quell'uomo potente e di televisione che ovviamente le giovani ragazze avevano inquadrato come una possibilità da non farsi scappare. "Ci descriva l'abbigliamento burlesque per facilitarci la comprensione", "si è mai fatta toccare nelle parti intime?", "lei indossava un perizoma color carne?", "ha visto palpeggiamenti?" e ancora, e ancora domande che se non avessi letto che eran state poste in un tribunale italiano avrei certamente creduto appartenessero ad un processo chessò, tenutosi a Kabul, uno di quei posti in cui la donna è per legge inferiore all'uomo, dove la dignità della donna può esser fatta a pezzi per degli interessi ritenuti superiori. Lo Stato italiano guardone, rappresentato dalla Procura di Milano nella persona di Ilda Boccassini, malato di voyeurismo della peggior specie, si arrogò il diritto di dividere le donne in due categorie, quelle di serie A e quelle di serie B, le Sante e le Puttane. Criterio per effettuare tale divisione? La libera scelta che alcune di loro presero di passare alcune serate in compagnia di un uomo forse anziano e sicuramente ricco e potente, creatore di quel mondo magico chiamato televisione commerciale dove si può far carriera e guadagnar soldi solo mostrando avvenenza e un fisico attraente. Puttane!, urlavano i guardoni depravati fuori dal tribunale di Milano, quando le trenta olgettine uscivano a pezzi da quel palazzo dove i giudici dovrebbero far giustizia applicando la legge, punire i criminali, assolvere gli innocenti e di certo non impartire lezioni di stampo moralistico facendo a brandelli la dignità di quelle ragazze. Vorrei trovarmi faccia a faccia con il Pm Boccassini e urlarle nel viso "pure io sono una puttana, mi intercetti e mi perquisisca, sono stato a letto con un'anziana ereditiera dietro pagamento, perché del mio corpo faccio quel che voglio e il suo regime degno della Berlino est non mi intimorisce". Intercettateci tutti, intercettate pure i vostri figli e i vostri mariti o le vostre mogli ma preparatevi anche al peggio: siamo veramente tutti puttane. L'apice lo toccò Michele Santoro con la sua puntata di Servizio Pubblico in cui interrogò una mitomane che accusava l'attuale compagna di Berlusconi d'esser omosessuale. Che cazzo di accusa è? Perché il popolo italiano al giovedì sera dovrebbe interessarsi dell'orientamento sessuale di una signorina? La dignità della ragazza sotto accusa che fine ha fatto? La dignità di donna, le battaglie contro le accuse omofobiche, tutto finito nel cesso della Santa Inquisizione? Probabilmente se mandassimo Santoro affanculo una volta per tutte, pure noi faremmo del Servizio Pubblico.
Ma l'establishment femminista italiano nulla ha mai avuto da dire contro queste manifestazioni di sessismo dilagante. Sembrava di vedere "Le vite degli altri", quel gran pezzo di film che riesce a descrivere perfettamente la situazione assurda che degli esseri umani hanno vissuto per anni: origliati, accusati e privati della propria libertà e dignità. Quando si dava della puttana a qualunque donna avesse varcato la soglia di Arcore, dov'era la Boldrini che pretende d'esser chiamata Presidentessa della Camera e non Presidente della Camera? Perché non ha difeso le libere scelte prese da quelle ragazze? Perché non ha condannato i loro persecutori?
Se il mondo femminile e femminista si accontenta di ricevere un mazzo di mimose per sentirsi corteggiato, ma evidentemente non tutelato, allora credo davvero che non meriti una festa in suo onore.
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