La faccia tosta di Renzi.
Ci vuole un coraggio da leoni, oppure una sfacciataggine incredibile, per voltar le spalle all'unico leader politico che ti ha teso la mano, che ti ha proposto un'alleanza che sarebbe diventata storica per vari motivi che ogni italiano conosce. Il Renzi ha questo coraggio e questa sfacciataggine, lo ha dimostrato facendo eleggere alla presidenza della Repubblica il candidato che aveva concordato con la sinistra, con gli ex grillini e con quella parte di ciellismo nomade e scroccone chiamato Nuovo Centrodestra. Forza Italia, l'unica componente parlamentare che è stata chiara fin da subito sui suoi obiettivi e sui punti su cui poteva mollar la presa, è stata bellamente fregata, e questo significa due cose: che il Presidente del Consiglio non ha le idee chiare sulle forze politiche da utilizzare come stampella e con cui discutere le varie riforme, e allora deve prendersi una lunga vacanza per chiarire certi problemi con sé stesso, e che effettivamente egli non rappresenta una gran novità, perché a questi sotterfugi, scambi di favori e cambi di rotta siamo ormai abituati da almeno due decenni, e allora deve andarsene a casa per dei motivi fin troppo chiari.
Era stato lui ad aprir le porte ad un gouvernement de coalition, un qualcosa di già provato in Italia e all'estero, col governo Monti e col governo tedesco di cui fece parte l'attuale cancelliera Merkel.
Non può dettar leggere lui, sia per un'età che non gli consente d'avere la giusta saggezza, sia perché non è stato unto dal popolo come invece la nostra Costituzione vorrebbe, ma solo dal Napolitano che durante la sua lunga permanenza al Colle aveva sistemato "le cose" per gli anni a venire. Non è da paesi normali, proprio no.
Gli amici di Repubblica gridano allo scandalo, starnazzano indignati per la reazione del Cavaliere pretendendo da quest'ultimo una perenne posizione a novanta gradi di fronte al Renzi, continuando a blaterale balle sul conflitto d'interessi accusando Berlusconi di voler reggere il governo non per il bene del paese ma per affari suoi privati. E' assurdo meravigliarsi che il cane, preso a bastonate in testa, si rigiri inferocito mostrando i denti. O forse si credeva ancora una volta che quel cane non li avesse più? Quell'uomo, oltre ad aver più vite di un gatto, ha denti affilati dovuti a vent'anni di battaglie contro tutti e tutto, dovuti ad attacchi contra personam ricevuti da tutti gli angoli del paese, infine dovuti ad un'esperienza in campo politico e professionale che non ha eguali e che lo rende ancora imbattibile ed unico. Il Renzi dovrebbe ascoltare ed imparare anziché riempirlo di botte e poi ordinargli la cuccia.
A parer mio non è da paesi normali pretendere che il leader del partito che tu hai scelto per modernizzare la Costituzione taccia ed abbassi la testa davanti ad un tuo inescusabile atto d'arroganza e viltà, facendo per altro perno sulla minoranza di quel partito che sta storcendo il naso e che quindi può esser presa all'amo.
Non è da paesi normali che un signor Nessuno proveniente da Firenze tiri fuori le quattro parole magiche che servono per imbambolare gli italiani, faccia velatamente cadere il governo presieduto da un suo compagno di partito e ne prenda il posto, contravvenendo per altro alla promessa di non andar al governo senza passare per l'urna. Non è normale che tutto questo sia voluto, accettato e sorretto dal Presidente della Repubblica, che pochi anni addietro ha pure teso la trappola all'ultimo governo eletto per farlo cadere e così coronare il sogno d'una sinistra incapace ed ancora aggrappata ai suoi dogmi storici.
Non è da paesi normali che dei magistrati esprimano la propria partigianeria politica in modo scollacciato, cafone, minacciando "di fare un culo così" al solito leader del solito partito che da vent'anni subisce l'oltranzismo inarrestabile della magistratura polticizzata e militante. E non è da paesi normali che, a causa d'una sentenza emessa da quello stesso giudice, tale leader non possa entrare nel Palazzo e debba tornarsene la sera presto a casa, come se lo volessero educare alle buone maniere, gli volessero insegnare il galateo, volessero mostrare a tutti i proprio muscoli e la propria potenza priva di controllo.
Berlusconi dovrebbe recarsi al Colle al più presto ed invocare elezioni politiche in veste di ultimo Presidente del Consiglio votato a maggioranza dal popolo sovrano. Ma in questo paese anormale le regole vengono dettate dai magistrati e dal Renzi, da coloro che non ne avrebbero il diritto, mentre chi dovrebbe farlo rimane quieto, fiero di quel che ha creato fin ora, rilanciando la battaglia contro l'oppressione fiscale, dell'anticomunismo e della giustizia giusta.
Era stato lui ad aprir le porte ad un gouvernement de coalition, un qualcosa di già provato in Italia e all'estero, col governo Monti e col governo tedesco di cui fece parte l'attuale cancelliera Merkel.
Non può dettar leggere lui, sia per un'età che non gli consente d'avere la giusta saggezza, sia perché non è stato unto dal popolo come invece la nostra Costituzione vorrebbe, ma solo dal Napolitano che durante la sua lunga permanenza al Colle aveva sistemato "le cose" per gli anni a venire. Non è da paesi normali, proprio no.
Gli amici di Repubblica gridano allo scandalo, starnazzano indignati per la reazione del Cavaliere pretendendo da quest'ultimo una perenne posizione a novanta gradi di fronte al Renzi, continuando a blaterale balle sul conflitto d'interessi accusando Berlusconi di voler reggere il governo non per il bene del paese ma per affari suoi privati. E' assurdo meravigliarsi che il cane, preso a bastonate in testa, si rigiri inferocito mostrando i denti. O forse si credeva ancora una volta che quel cane non li avesse più? Quell'uomo, oltre ad aver più vite di un gatto, ha denti affilati dovuti a vent'anni di battaglie contro tutti e tutto, dovuti ad attacchi contra personam ricevuti da tutti gli angoli del paese, infine dovuti ad un'esperienza in campo politico e professionale che non ha eguali e che lo rende ancora imbattibile ed unico. Il Renzi dovrebbe ascoltare ed imparare anziché riempirlo di botte e poi ordinargli la cuccia.
A parer mio non è da paesi normali pretendere che il leader del partito che tu hai scelto per modernizzare la Costituzione taccia ed abbassi la testa davanti ad un tuo inescusabile atto d'arroganza e viltà, facendo per altro perno sulla minoranza di quel partito che sta storcendo il naso e che quindi può esser presa all'amo.
Non è da paesi normali che un signor Nessuno proveniente da Firenze tiri fuori le quattro parole magiche che servono per imbambolare gli italiani, faccia velatamente cadere il governo presieduto da un suo compagno di partito e ne prenda il posto, contravvenendo per altro alla promessa di non andar al governo senza passare per l'urna. Non è normale che tutto questo sia voluto, accettato e sorretto dal Presidente della Repubblica, che pochi anni addietro ha pure teso la trappola all'ultimo governo eletto per farlo cadere e così coronare il sogno d'una sinistra incapace ed ancora aggrappata ai suoi dogmi storici.
Non è da paesi normali che dei magistrati esprimano la propria partigianeria politica in modo scollacciato, cafone, minacciando "di fare un culo così" al solito leader del solito partito che da vent'anni subisce l'oltranzismo inarrestabile della magistratura polticizzata e militante. E non è da paesi normali che, a causa d'una sentenza emessa da quello stesso giudice, tale leader non possa entrare nel Palazzo e debba tornarsene la sera presto a casa, come se lo volessero educare alle buone maniere, gli volessero insegnare il galateo, volessero mostrare a tutti i proprio muscoli e la propria potenza priva di controllo.
Berlusconi dovrebbe recarsi al Colle al più presto ed invocare elezioni politiche in veste di ultimo Presidente del Consiglio votato a maggioranza dal popolo sovrano. Ma in questo paese anormale le regole vengono dettate dai magistrati e dal Renzi, da coloro che non ne avrebbero il diritto, mentre chi dovrebbe farlo rimane quieto, fiero di quel che ha creato fin ora, rilanciando la battaglia contro l'oppressione fiscale, dell'anticomunismo e della giustizia giusta.
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