I tribunali del popolo oggi creati dai sacerdoti delle bufale di Stato.
I tribunali amministrati dal popolo non dovrebbero esistere, per quanto la giustizia sia amministrata in nome del popolo italiano, ma non perché non si debba poter esprimere liberamente un proprio parere, piuttosto perché l'onestà intellettuale di noi altri è scomparsa da tempo.
Io cerco con tutte le mie forze di rimanere smaccatamente realista, quindi lontano più possibile dalla faziosità che contraddistingue molti dei nostri Boia, di tutti quelli che ci vedrebbero con un certo piacere penzolare da una forca, o ancor meglio dietro delle sbarre.
Quando Alessandro Sallusti venne processato come un pericoloso delinquente per un articolo che mai scrisse e successivamente condannato in Appello a quattordici mesi di carcere, di molti udii le proteste, di pochissimi la faccia realmente indignata. Alcuni pecoroni manettari maramaldeggiavano di fronte a lui, addirittura durante la conferenza stampa che il direttore Sallusti tenne assieme a Porro, e mi riferisco al peggior Fatto Quotidiano mai visto, rappresentato in quel frangente da un ingobile Barbacetto che gaudiente godeva delle disgrazie altrui, dicendo che ci si doveva solo attenere alla sentenza e quindi l'esimo Sallusti si meritava per forza la reclusione.
Quello fu un tribunale del popolo, praticamente la libertà venne fatta a brandelli e furono processate idee anche addirittura non espresse, ma solamente intuite. E chiunque volesse presentarsi davanti al condannato per sputargli nel viso, chiunque non avesse manco la decenza di tacere, poteva tranquillamente farlo.
Beppe Grillo, quel gran cazzone d'un ciarlatano che fomenta la folla ciecata dall'odio e ignorante fino al midollo, ha creato sul suo blog uno dei suoi soliti referendum per capire a quale giornalista affibbiare il Premio Stercorario, titolo grottesco proveniente da un tipo di scarabeo che si nutre di sterco, di merda. Lo vinse tale premio Giuliano Ferrara, quel simpatico trippone ferocemente berlusconiano che mostra il didietro alla sinistra d'oggi nostalgica del Pci e dei metodi sovietici che, in parte, sono stati adattati all'Italia e ai tempi nostrani.
Non è giustificabile, non esiste libertà che dia il diritto a qualcuno di chiedere voti per condannare altre persone senza che i votanti ci mettano la faccia, no, non è ammissibile.
Io spero tanto che il periodo di crisi economica finisca, perché più che per il portafogli degli italiani io mi preoccupo per lo stato dei loro nervi, poiché se in migliaia e migliaia si prestano a questi giochetti sadici degni del miglior film splatter, c'è da pregare il Signore che non si passi ai rastrellamenti e poi alle fucilazioni.
Al quinto posto, sotto Sallusti, c'è finito Michele Santoro, il Moralista dei Miei Stivali. Chissà che sensazione prova nel trovarsi, una volta ogni tanto, messo sul banco degli imputati...
Magdi Cristiano Allam, noto intellettuale, ex deputato europeo ed attuale fima di spicco del Giornale, è stato rinviato a giudizio dall'Ordine dei giornalisti per i suoi numerosi articoli contro l'estremismo islamico e per aver portato all'attenzione nostrana la latente invasione umana di cui l'Italia è vittima, e noi siamo vittime.
Dal questo gran giurì, da questo patetico tribunale popolare, Magdi Cristiano è stato accusato i islamofobia, e io quando l'ho saputo mi sono scompisciato dalle risate. Non bastano l'Associazione nazionale Rom che si ritiene offesa quando un rom viene chiamato rom, la Boldrini che taccia di sessisimo chiunque la critichi, gli Arcigay che tacciano d'omofobia chiunque non li voglia vedere con un bimbo tra le braccia o il Pd intero che rimprovera Alfano per aver chiamato vù cumprà un vù cumprà, manco fosse il Robin Hood de' noantri, non bastano tutti questi genii incompresi, ci voleva anche il tribunale del popolo creato dall'Ordine per processare un uomo che si batte per quella libertà che i suoi stessi nemici gli negano, e già questo gli dà ragione a priori.
Siamo seri, come si può tenere in piedi un Paese che ha così poco senso del ridicolo e di verità che dovrebbero essere ampiamente condivise?
Io cerco con tutte le mie forze di rimanere smaccatamente realista, quindi lontano più possibile dalla faziosità che contraddistingue molti dei nostri Boia, di tutti quelli che ci vedrebbero con un certo piacere penzolare da una forca, o ancor meglio dietro delle sbarre.
Quando Alessandro Sallusti venne processato come un pericoloso delinquente per un articolo che mai scrisse e successivamente condannato in Appello a quattordici mesi di carcere, di molti udii le proteste, di pochissimi la faccia realmente indignata. Alcuni pecoroni manettari maramaldeggiavano di fronte a lui, addirittura durante la conferenza stampa che il direttore Sallusti tenne assieme a Porro, e mi riferisco al peggior Fatto Quotidiano mai visto, rappresentato in quel frangente da un ingobile Barbacetto che gaudiente godeva delle disgrazie altrui, dicendo che ci si doveva solo attenere alla sentenza e quindi l'esimo Sallusti si meritava per forza la reclusione.
Quello fu un tribunale del popolo, praticamente la libertà venne fatta a brandelli e furono processate idee anche addirittura non espresse, ma solamente intuite. E chiunque volesse presentarsi davanti al condannato per sputargli nel viso, chiunque non avesse manco la decenza di tacere, poteva tranquillamente farlo.
Beppe Grillo, quel gran cazzone d'un ciarlatano che fomenta la folla ciecata dall'odio e ignorante fino al midollo, ha creato sul suo blog uno dei suoi soliti referendum per capire a quale giornalista affibbiare il Premio Stercorario, titolo grottesco proveniente da un tipo di scarabeo che si nutre di sterco, di merda. Lo vinse tale premio Giuliano Ferrara, quel simpatico trippone ferocemente berlusconiano che mostra il didietro alla sinistra d'oggi nostalgica del Pci e dei metodi sovietici che, in parte, sono stati adattati all'Italia e ai tempi nostrani.
Non è giustificabile, non esiste libertà che dia il diritto a qualcuno di chiedere voti per condannare altre persone senza che i votanti ci mettano la faccia, no, non è ammissibile.
Io spero tanto che il periodo di crisi economica finisca, perché più che per il portafogli degli italiani io mi preoccupo per lo stato dei loro nervi, poiché se in migliaia e migliaia si prestano a questi giochetti sadici degni del miglior film splatter, c'è da pregare il Signore che non si passi ai rastrellamenti e poi alle fucilazioni.
Al quinto posto, sotto Sallusti, c'è finito Michele Santoro, il Moralista dei Miei Stivali. Chissà che sensazione prova nel trovarsi, una volta ogni tanto, messo sul banco degli imputati...
Magdi Cristiano Allam, noto intellettuale, ex deputato europeo ed attuale fima di spicco del Giornale, è stato rinviato a giudizio dall'Ordine dei giornalisti per i suoi numerosi articoli contro l'estremismo islamico e per aver portato all'attenzione nostrana la latente invasione umana di cui l'Italia è vittima, e noi siamo vittime.
Dal questo gran giurì, da questo patetico tribunale popolare, Magdi Cristiano è stato accusato i islamofobia, e io quando l'ho saputo mi sono scompisciato dalle risate. Non bastano l'Associazione nazionale Rom che si ritiene offesa quando un rom viene chiamato rom, la Boldrini che taccia di sessisimo chiunque la critichi, gli Arcigay che tacciano d'omofobia chiunque non li voglia vedere con un bimbo tra le braccia o il Pd intero che rimprovera Alfano per aver chiamato vù cumprà un vù cumprà, manco fosse il Robin Hood de' noantri, non bastano tutti questi genii incompresi, ci voleva anche il tribunale del popolo creato dall'Ordine per processare un uomo che si batte per quella libertà che i suoi stessi nemici gli negano, e già questo gli dà ragione a priori.
Siamo seri, come si può tenere in piedi un Paese che ha così poco senso del ridicolo e di verità che dovrebbero essere ampiamente condivise?
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