Prima delle madri, hanno fallito Renzi e Alfano.
Che dalla frase ormai famosissima del prefetto di Perugia Antonio Reppucci si debbano prendere le distante solo perché Renzi e Alfano l'hanno ritenuta indecente, è na strunzata, come direbbe l'esimo Reppucci.
Il prefetto, durante una conferenza riguardante la tossicodipendenza, ha detto con linguaggio colorito e poco forbito che la famiglia prima di tutto deve vigilare sui propri figli, sulla loro salute mentale e quindi su eventuali vizi poco sani come quello della droga.
Credo che tutti si possa essere d'accordo con il sopracitato, perché certo magistratura e forze dell'ordine non possono educare i giovani italiani, al massimo punirli, ma gli insegnamenti basilari devono provenire da nucleo famigliare, da mamma e babbo.
Al limite della cordialità, visto il contesto, ha detto che una madre ha fallito se non si accorge della tossicodipendenza del figlio, e che dovrebbe suicidarsi.
Uscita poco felice, molto dura e forse offensiva per quelle madri che non hanno nè tempo nè modo per occuparsi della prole come si deve, ma è chiaro a tutti che il prefetto intendesse tutto tranne che incitare al suicidio delle donne.
Il nocciolo della questione è che tutti noi pretendiamo che le forze dell'ordine facciano piazza pulita di spacciatori, e nel caso in cui un giovane si avvicini alla tossicodipendenze attribuiamo la responsabilità di questo fatto alla negligenza di Polizia e Carabinieri.
Errore madornale, poiché chiunque non dovrebbe avvicinarsi a quel mondo non per timore d'essere colto in flagranza, ma bensì per una etica personale ed anche per la cultura che i genitori hanno deciso di trasmettere.
I primi responsabili sono le persone vicine al giovane in questione, cioè i parenti stretti.
Secondo punto.
L'indignazione record del premier e del Ministro dell'Interno è nauseante.
In ogni comune e provincia ci sono sprechi, comportamenti dei politici locali inaccettabili che dovrebbero essere sanzionati non solo eticamente ma anche penalmente.
Che Renzi e Alfano se la prendano così tanto per una battuta ruvida ma ricolma di verità ci segnala quanto questi due, e forse il governo intero, pensino più alla forma che alla sostanza.
Questo è il governo del dire, altro che il governo del fare.
Il prefetto, durante una conferenza riguardante la tossicodipendenza, ha detto con linguaggio colorito e poco forbito che la famiglia prima di tutto deve vigilare sui propri figli, sulla loro salute mentale e quindi su eventuali vizi poco sani come quello della droga.
Credo che tutti si possa essere d'accordo con il sopracitato, perché certo magistratura e forze dell'ordine non possono educare i giovani italiani, al massimo punirli, ma gli insegnamenti basilari devono provenire da nucleo famigliare, da mamma e babbo.
Al limite della cordialità, visto il contesto, ha detto che una madre ha fallito se non si accorge della tossicodipendenza del figlio, e che dovrebbe suicidarsi.
Uscita poco felice, molto dura e forse offensiva per quelle madri che non hanno nè tempo nè modo per occuparsi della prole come si deve, ma è chiaro a tutti che il prefetto intendesse tutto tranne che incitare al suicidio delle donne.
Il nocciolo della questione è che tutti noi pretendiamo che le forze dell'ordine facciano piazza pulita di spacciatori, e nel caso in cui un giovane si avvicini alla tossicodipendenze attribuiamo la responsabilità di questo fatto alla negligenza di Polizia e Carabinieri.
Errore madornale, poiché chiunque non dovrebbe avvicinarsi a quel mondo non per timore d'essere colto in flagranza, ma bensì per una etica personale ed anche per la cultura che i genitori hanno deciso di trasmettere.
I primi responsabili sono le persone vicine al giovane in questione, cioè i parenti stretti.
Secondo punto.
L'indignazione record del premier e del Ministro dell'Interno è nauseante.
In ogni comune e provincia ci sono sprechi, comportamenti dei politici locali inaccettabili che dovrebbero essere sanzionati non solo eticamente ma anche penalmente.
Che Renzi e Alfano se la prendano così tanto per una battuta ruvida ma ricolma di verità ci segnala quanto questi due, e forse il governo intero, pensino più alla forma che alla sostanza.
Questo è il governo del dire, altro che il governo del fare.
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