Ritorno alle origini.
Il periodo pasquale è terminato e l'annuale e sana capatina al mare appartiene al passato, assai recente ma pur sempre passato.
Sono tornato in Versilia dopo otto mesi e mezzo.
Sono tornato alle Focette, a Pietrasanta e a Forte dei Marmi.
Avevo deciso di scansare quella nel mezzo, di non passare per via Oberdan, di non rivedere l'appartamento F con le sue enormi finestre bianche aperte, che generosamente ti fanno intravedere la parete interna grigio chiaro e scuro.
Eppure ci son passato, e l'ho rivista, in macchina, con il sedile fin troppo vicino al volante.
I capelli sono rimasti uguali, le labbra sottili e rosse pure, i fianchi probabilmente si sono allargati leggermente a causa di pasti consumati in fretta e furia in un bar accanto la Bocconi.
Non avrei dovuto ma l'ho fatto.
Ero stordito dall'alcool, eppure l'effetto è stato il solito di sempre.
Mi sono fatto del male da solo, mi sono voluto danneggiare perché tanto da queste cose non si scappa, finché rimarranno in te dovrai conviverci ed evitare di illuderti che qualcosa possa cambiare; siamo fatti per soffrire e ci riusciamo pure bene.
Il mio corpo, come quello di voi tutti, è composto per il settanta per cento di acqua e di questo settanta il novanta per cento io lo espello dagli occhi. E quanta ne ho versata l'altra sera!
Sono brutti colpi però, purtroppo, assai importanti.
Ricordiamoci che la vita non è una favola e che l'amore, prima di tutto, ti spezza il cuore, poi forse ti rende felice ed appagato.
Ahimé, non è retorica la mia, magari lo fosse.
Andiamo avanti nel miglior modo possibile, scriviamo quel che ci passa per la testa perché questo è l'unico modo per riordinare ciò che ci affligge.
Vado a tavola, ho l'ultima tappa della maratona pasquale.
Sono tornato in Versilia dopo otto mesi e mezzo.
Sono tornato alle Focette, a Pietrasanta e a Forte dei Marmi.
Avevo deciso di scansare quella nel mezzo, di non passare per via Oberdan, di non rivedere l'appartamento F con le sue enormi finestre bianche aperte, che generosamente ti fanno intravedere la parete interna grigio chiaro e scuro.
Eppure ci son passato, e l'ho rivista, in macchina, con il sedile fin troppo vicino al volante.
I capelli sono rimasti uguali, le labbra sottili e rosse pure, i fianchi probabilmente si sono allargati leggermente a causa di pasti consumati in fretta e furia in un bar accanto la Bocconi.
Non avrei dovuto ma l'ho fatto.
Ero stordito dall'alcool, eppure l'effetto è stato il solito di sempre.
Mi sono fatto del male da solo, mi sono voluto danneggiare perché tanto da queste cose non si scappa, finché rimarranno in te dovrai conviverci ed evitare di illuderti che qualcosa possa cambiare; siamo fatti per soffrire e ci riusciamo pure bene.
Il mio corpo, come quello di voi tutti, è composto per il settanta per cento di acqua e di questo settanta il novanta per cento io lo espello dagli occhi. E quanta ne ho versata l'altra sera!
Sono brutti colpi però, purtroppo, assai importanti.
Ricordiamoci che la vita non è una favola e che l'amore, prima di tutto, ti spezza il cuore, poi forse ti rende felice ed appagato.
Ahimé, non è retorica la mia, magari lo fosse.
Andiamo avanti nel miglior modo possibile, scriviamo quel che ci passa per la testa perché questo è l'unico modo per riordinare ciò che ci affligge.
Vado a tavola, ho l'ultima tappa della maratona pasquale.
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