Classificazione.
Tendo ad inquadrare le persone, non soffermandomi sul carattere dato che ognuno è diverso da tutti gli altri, piuttosto mi salta all’occhio il modo di parlare e di camminare. Non per questo esprimo giudizi, ma sicuramente mi diverte il fatto di aver creato nella mia mente dei gruppi entro i quali inserisco i vari soggetti che incontro quotidianamente, sia conosciuti che sconosciuti. Mi risulta impossibile non farlo.
Le persone che vengono da luoghi di montagna sono i più evidenti e che a pelle mi trasmettono semplicità e simpatia. Ormai devo riferirmi solo ad adulti o a chi si avvia verso la terza età, in quanto i giovani montanini passano più tempo a valle che a casa propria, sia per impegni scolastici/universitari e sia per i divertimenti che inevitabilmente in una realtà ristretta vengono a mancare. Solitamente questi soggetti hanno dentro di sé il luogo in cui vivono, infatti molti li vedo girare dalle loro parti vestiti a mo’ di militare, quasi come se fossero un tutt’uno con l’ambiente circostante. Se origli le loro discussioni al bar del paese ti accorgi che parlano della vita cittadina come se fosse un qualcosa di strano, in certi casi dannoso e quindi da evitare. Ne parlano come se vivere in montagna gli conferisse anni e anni in più di vita, infatti si esprimono come provenissero da epoche passate. Per loro il mondo che va avanti e progredisce dovrebbe fermarsi, o comunque farsi rispettare di più da tutti quegli strani elementi che lo popolano. Mani ruvide, callose e con dei segni visibili di terra.
Chi lavora il legno, e lo può come lavoro o come passatempo, ha un che di montanino. Ovviamente la realtà in cui vive è la città, per questo motivo molti suoi aspetti sono limati e quindi meno accentuati. Mio nonno era uno di quelli che lavorava il legno per hobby, e ricordo le sue mani pesanti e grosse ma sempre leggermente ricurve, come se non riuscisse ad estenderle del tutto. Ho notato questa stramba caratteristica in altri falegnami o in persone che, come mio nonno, lo facevano per passione alla fin fine. Mi danno l’idea di amanti del freddo, perché questa stagione gli permette di indossare capi pesanti come maglioni di lana portati sopra delle camicie vissute, che hanno raccolto la segatura volata via in tanti anni di lavoro sul legno. I capelli sono quasi sempre corti e tirati indietro, quantomeno nelle persone di una certa età. Mani sciupate tendenti ad un colore chiaro.
Gli adulti coi capelli rossicci o tendenti all’arancione li ho sempre visti pacati. I capelli sono tenuti corti ed il portamento è casual. Spesso li vedo con una tracolla contenente cellulare e due o tre paia di occhiali: due da vista e uno da sole. Le mani sono curate, o comunque sia non provate da anni di lavoro manuale. Le dita ce le hanno piene di peli dello stesso colore dei capelli e le unghie sono abbastanza lunghe ma ben tenute. Il classico rigolo bianco che sporge alla fine del dito. Passione o comunque compiacimento per le nuove tecnologie, almeno per quel che ho visto.
Il professore di ginnastica o gli allenatori di calcio a livelli medi sono sempre ed esclusivamente in tuta. Se poi si parla dell’allenatore di una squadra discreta e conosciuta si nota proprio la voglia di sfoggiare quello stemma sulla felpa con la zip e a collo alto. Sono degli ex atleti che per qualche arcano motivo smisero di praticare sport, e nella maggior parte dei casi il motivo oltre che essere arcano è pure assurdo.
La donna casalinga si sente come coccolata dal marito, anche se magari il marito si affaccia a casa un paio di ore a cena e poi si corica. Ma il fatto di potersi dedicare alle faccende domestiche e quindi si accaparrarsi la gloria di un buon funzionamento della famiglia, compensa decisamente la mancata emancipazione dal coniuge. Lo stesso coniuge che, a quanto pare, guadagna quanto basta per permettere alla moglie di non portare a casa alcun euro a fine mese, e questo è il motivo principale del calore e la serenità che trasmette una casalinga. Porta con disinvoltura una dolcevita che copre a tratti con uno sciarpone morbido, nel quale di grogiola compiacendosi di come il marito la faccia sentire la regina della casa.
L’aspirante tronista è presente in ogni agglomerato umano, inutile nasconderlo. Non sono un loro critico e tanto meno mi azzardo a trattarli come animali da circo. E’ innegabile però la disinvoltura con la quale cannano verbi e indossano abiti, ahimè, da giullare di corte. I capelli sono piastrati e lucenti, le sopracciglia fin troppo precise per essere naturali (ovvero ritoccate) e la carnagione esageratamente scura anche in periodi non sospetti tipo quello natalizio. Mi spunta un punto di domande sopra la testa quando noto in loro delle mostruose unghie mangiate senza pietà, come se le mani potessero essere nascoste allo sguardo curioso di soggetti come me. Il vestiario è luccica come i capelli, infatti qualcosa che rischia di abbagliarti la vista ce l’hanno sempre addosso. Maglie scollate e strette, pantaloni sdruciti e schiariti a più non posso e, nei casi più avanti, anche infilati dentro le scarpe con sapiente maestria. Il tutto per centodieci chili di muscoli.
Sta nascendo in me un’altra categoria ancora, ovvero quella delle persone che ti domandano fin troppe volte cosa pensi di loro, come se dovessero essere certi che non tu pensi “idiota maledetto togliti dai piedi per sempre”. “Quelli con le mani avanti” potrei chiamarli, ed in effetti tutti i torti non ce li avrei.
Il professore di lettere serio, ovvero anziano e uomo, non è alto, è grassoccio ma non obeso, si veste in maniera normale ma con qualche spicco di altezzosità ed inoltre ama la barba lunga. Ha avuto troppa passione per la letteratura per pensare di curare il proprio corpo, o forse a causa di una situazione fisica disperata si è gettato sui libri per trovare sfogo in altro. Li vedo quasi sempre fumare e bere, ma fanno entrambe le cose con classe e romanticismo, in pratica ti invogliano ad imitarli. Del tipo sigaretta o sigaro dall’aroma particolare e superalcolico irreperibile che costa un occhio della testa. Si cibano di cultura principalmente passata, quindi tutto ciò che è novità alla fin fine per loro potrebbe bruciare, ma quasi mai rinunciano ad una borsa porta libri a tracolla ma che tengono in bilico su una spalla sopra. Sono quelli che, grazie alla loro apertura mentale, rendono meno odiosa la scuola e che frenano gli istinti suicidi di molti alunni.
Al momento non mi vengono a galla altre di queste stupidaggini, ma vedrò di rimediare. Il bello di tutto ciò è che non ho ancora trovato una categoria adatta al sottoscritto…
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