"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Multiculturalism.

, by Yoga

La favola del multiculturalismo come dovere nazionale al quale non si può abdicare, in vitù di un suo normale ruolo nello sviluppo e vita di una nazione, è appunto una favoletta da poter impartire ad un ragazzino la sera per farlo addormentare di noia e disperazione, non ad un popolo che accettò di buon grado la dittatura fascista in quanto movimento di pensiero che aveva come primo scopo quello di portare sul palmo di una mano le sorti del paese Italia. 
Il multiculturalismo è diventato militante, come l’omosessualità, come l’antiberlusconismo e il berlusconismo. Se ne è fatto una bandiera da sventolare ogni qualvolta la Kyenge venga utilizzata come bersaglio da dei lanciatori di banane, più stolti di lei visto che la fanno passare come martire di un razzismo che in Europa occidentale non esiste più dalla disfatta del nazi-fascismo. 
Il multiculturalismo viene confuso con l’obbligo di accoglienza e di espulsione nei confronti di tutti quegli extra comunitari che si affacciano qui illegalmente, nei confronti di quegli islamici che, pur arrivando in Italia legalmente, si insediano e mettono radici diffondendo il loro veleno a base di odio contro l’Occidente tutto, è che solamente in Italia hanno il permesso incondizionato di far tutto questo. 
Il multiculturalismo è sventolato dalla sinistra più cieca e ottusa e fannullona, che arranca tentando di racimolare voti inneggiando all’accoglimento indiscriminato, al fascismo serpeggiante nella destra e all’odio razziale diffuso da quest’ultima. 
E’ la sinistra che danneggia maggiormente il paese e che manda i propri figli in scuole private, dove non c’è un negro neanche a pagarlo oro e dove svetta sopra ogni cattedra un crocifisso, come dovrebbe essere in ogni luogo pubblico. 
Non esiste alcuna traccia di attività normativa volta al multiculturalismo, perché il diritto è la lingua di una nazione e non può prescindere dalla tradizione del suo popolo. 
In Germania iniziò a serpeggiare nella popolazione l’idea di uno stato unitario solo quando subirono l’invasione di Napoleone, in Italia sta succedendo la stessa cosa ormai da anni, cioè da quando nelle città ci sono interi quartieri popolati da stranieri che dettano la propria legge, magari la legge vigente nel loro paese natale, dove l’italiano è lo straniero. Anche il più mentecatto notando tutto ciò prova rabbia, nel migliore dei casi. 
Ci fu qualcuno che questa terra la conquistò combattendo, e la mia non è stupida retorica. Ogni popolo ha un suo diritto e si organizza giuridicamente per diventare Stato. Ogni popolo è unificato da quello che Savigny chiama “spirito del popolo”, che è l’insieme dei suoi valori e delle sue tradizioni frutto della storia.
Via, siamo seri,  svendere tutto questo in nome del multiculturalismo oltre che sbagliato sarebbe anche criminale. 
Col patriottismo gli italiani non ci mangiano, come con lo spread, la differenza però è che il primo rappresenta l’anima talvolta nascosta del popolo italiano.

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