"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Il rumore che fa un falce silenziosa di nome Antonio.

, by Yoga

Mi sono improvvisato guardone qualche giorno fa, dalla finestra di camera mia, serranda leggermente abbassata ed ottenimento di una visuale perfetta sedendo sulla sedia su cui poggio il culo mentre mi immergo nel diritto e nella sua storia. 
Era soleggiato il pomeriggio e alle 17 il sole è ancora alto, ma le ombre iniziano ad allungarsi sempre più. Fissavo un vecchio giardiniere fare l’erba nel giardino che vedo da camera mia, prato che ha conosciuto mille battaglie che ho combatutto personalmente da bambino, scontrandomi coi mocciosi che ci abitavano, tutte persone adesso grandicelle che pero’ incontro spesso sui campi da calcio, e quindi la battaglia prosegue senza sosta. Ad ogni modo si sfioravano i trenta gradi, in quel momento mi sentivo già in estate, chiunque forse, magari anche l’anziano giardiniere che stava lavorando sotto il sole. 
Era semicalvo, aveva la pelle visibilmente ustionata da troppo sole preso negli anni ed indossava una camicia vecchiotta a quadri, pantaloni beige e scarpe, proprio quelle da anziano, quelle di cuoio o nero o marrone con le stringhe abbastanza corte e sottili. Affannava ricoperto da quella camicia troppo vissuta e troppo calda, ma che probabilmente portava comunque per usanza, come magari fa la moglie con il vestito tipico del posto quando d’estate tornano giù al paese, dove nacquero, si conobbero e si sposarono. Non emetteva suono perchè usava una falce lunga per tagliare l’erba, roba che qui non si vede più da un pezzo, al massimo si può sentire raccontata da una nonna proveniente da una famiglia di contadini. Oddio, a pensarci bene un suono lo emetteva, ed era quello delle pietra che passava sulla lama ogni tanto per mantenere il filo ben dritto. Era ipnotizzante, l’erba non ancora tagliata si piegava lievemente al soffio del leggero vento, e le braccia energiche di quell’uomo energico si muovevano in perfetta sincronia coi fianchi e le spalle, così da radere l’erba in modo esatto, come il vecchio aveva visto fare dal padre giù al paese. Si chiamava Antonio, era un uomo fiero delle sue origini modeste e felice di poter mostrare ai guardoni del momento qualcosa che, se non fosse stato per la sua buona volontà, non avrebbero mai visto.

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