Gli impresentabili veri sono quelli della Commissione Antimafia.
Il principio secondo cui la Commissione Antimafia debba o possa stilare una lista di persone che non possono esser candidate alle elezioni regionali, è sconosciuto a tutti. A parer mio pure inesistente. Certo, leggi "antimafia" e ti si drizzano i peli sulle braccia, perché quel termine conferisce più autorevolezza a tutto ciò che gli sta accanto. Ricordatevi che Saviano o' scrittore è diventato un oracolo dopo che ha scritto Gomorra. Prima era uno qualsiasi e le sue parole valevano quanto le mie.
I diciassette impresentabili che la Commissione ha tirato fuori si meritano tale qualifica perché sono coinvolti in processi riguardanti la mafia, che non abbiano ancora subito una condanna in primo grado, o che la abbiano subita ma essa non sia ovviamente definitiva, poco importa. Mi verrebbe da tirar fuori il solito ritornello sulla pesunzione di innocenza fino a prova contraria, ovvero fino a sentenza definitiva, ma pare che si possa aggirare questo fondamentale pilastro su cui poggia la nostra democrazia. Ipotizziamo che io non venga candidato alla presidenza della regione Toscana perché facente parte degli impresentabili. Ipotizziamo anche che i sondaggi mi diano in netto vantaggio. Ipotizziamo, infine, che tra qualche mese una Corte d'Appello mi giudichi innocente e così la Cassazione. E' evidente il rischio che la Commissione Antimafia, capitanata dalla Bindi, sta correndo: per un presunto codice etico che nessuno conosce ma che salta fuori ogni tanto, si rischia che i voti a queste regionali perdano di significato. Non è comprensibile, difatti, con quale logica questo codice etico venga di tanto in tanto sbandierato. Mi domando: è normale che una commissione parlamentare, che per estensione anch'essa rappresenta il popolo sovrano, impedisca a diciassette persone di godere del loro diritto ad esser votati? La Bindi si fa forte del sentimento populista che purtroppo riempie i cuori di molti italiani: ella, assieme alla commissione che presiede, consiglia (e sottolineo consiglia) di non candidare quelle persone perché appunto impresentabili. Quale partito, consapevole del disgusto che molti italiani provano per la politica, inserirebbe comunque nelle sue liste uno di quei soggetti? E' evidente che solo formalmente la Commissione Antimafia ha dispensato un consiglio, poiché nella realtà si è tramutato in un ordine risoluto.
Puzza anche il fatto d'aver dato in pasto agli organi di informazione quella lista solo ieri, ovvero venerdì, proprio quando la par condicio ha bloccato la campagna elettorale. Quindi non è più possibile effettuare un dibattito ed ascoltare opinioni su questa iniziativa della Bindi. E' infatti noto che la vecchia guardi del Pd, di cui Rosy "più bella che intelligente" fa parte, stia remando contro il Renzi in queste elezioni, anche a costo di autolesionarsi. Ciò che ha combinato Civati il Liguria ne è la prova. Non vorrei che questa lista di impresentabili servisse per metter i bastoni tra le ruote al premier rendendo incandidabile qualcuno dei suoi. De Luca, ad esempio. Egli difatti compare tra i diciassette, e come candidato del Pd alla presidenza della Campania e sindaco di Salerno ha attratto molto consenso. Che lui non possa rimanere in carica per via della legge Severino (è stato condannato in primo grado per abuso di ufficio) è un'altra storia. Ne parleremo più avanti.
Impressiona, come al solito, l'atteggiamento da regime sovietico appartenente all'ala più radicale e vecchia della sinistra.
Stai a vedere che il Renzi assomiglierà a Berlusconi, oltre che per i modi di fare, pure per il trattamento che i compagni italiani gli riserveranno.
I diciassette impresentabili che la Commissione ha tirato fuori si meritano tale qualifica perché sono coinvolti in processi riguardanti la mafia, che non abbiano ancora subito una condanna in primo grado, o che la abbiano subita ma essa non sia ovviamente definitiva, poco importa. Mi verrebbe da tirar fuori il solito ritornello sulla pesunzione di innocenza fino a prova contraria, ovvero fino a sentenza definitiva, ma pare che si possa aggirare questo fondamentale pilastro su cui poggia la nostra democrazia. Ipotizziamo che io non venga candidato alla presidenza della regione Toscana perché facente parte degli impresentabili. Ipotizziamo anche che i sondaggi mi diano in netto vantaggio. Ipotizziamo, infine, che tra qualche mese una Corte d'Appello mi giudichi innocente e così la Cassazione. E' evidente il rischio che la Commissione Antimafia, capitanata dalla Bindi, sta correndo: per un presunto codice etico che nessuno conosce ma che salta fuori ogni tanto, si rischia che i voti a queste regionali perdano di significato. Non è comprensibile, difatti, con quale logica questo codice etico venga di tanto in tanto sbandierato. Mi domando: è normale che una commissione parlamentare, che per estensione anch'essa rappresenta il popolo sovrano, impedisca a diciassette persone di godere del loro diritto ad esser votati? La Bindi si fa forte del sentimento populista che purtroppo riempie i cuori di molti italiani: ella, assieme alla commissione che presiede, consiglia (e sottolineo consiglia) di non candidare quelle persone perché appunto impresentabili. Quale partito, consapevole del disgusto che molti italiani provano per la politica, inserirebbe comunque nelle sue liste uno di quei soggetti? E' evidente che solo formalmente la Commissione Antimafia ha dispensato un consiglio, poiché nella realtà si è tramutato in un ordine risoluto.
Puzza anche il fatto d'aver dato in pasto agli organi di informazione quella lista solo ieri, ovvero venerdì, proprio quando la par condicio ha bloccato la campagna elettorale. Quindi non è più possibile effettuare un dibattito ed ascoltare opinioni su questa iniziativa della Bindi. E' infatti noto che la vecchia guardi del Pd, di cui Rosy "più bella che intelligente" fa parte, stia remando contro il Renzi in queste elezioni, anche a costo di autolesionarsi. Ciò che ha combinato Civati il Liguria ne è la prova. Non vorrei che questa lista di impresentabili servisse per metter i bastoni tra le ruote al premier rendendo incandidabile qualcuno dei suoi. De Luca, ad esempio. Egli difatti compare tra i diciassette, e come candidato del Pd alla presidenza della Campania e sindaco di Salerno ha attratto molto consenso. Che lui non possa rimanere in carica per via della legge Severino (è stato condannato in primo grado per abuso di ufficio) è un'altra storia. Ne parleremo più avanti.
Impressiona, come al solito, l'atteggiamento da regime sovietico appartenente all'ala più radicale e vecchia della sinistra.
Stai a vedere che il Renzi assomiglierà a Berlusconi, oltre che per i modi di fare, pure per il trattamento che i compagni italiani gli riserveranno.
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