Le donne sono la rovina degli uomini. Strauss-Kahn insegna.
Sul fatto che le donne siano, per noi uomini, gioie immense e croci pensantissime non ci son più dubbi. Se ce ne fossero ancora basta leggere la storia di Dominique Strauss-Kahn per cambiare rotta.
Nel 2008 egli era già ai vertici del Fondo monetario internazionale, e il Wall Street Journal rivelò ad ottobre che un'inchiesta era stata aperta per accertare se il nostro uomo avesse o meno elargito favori professionali a Piroska Nagy, allora sua amante e responsabile del dipartimento del Fondo che si occupa dei problemi finanziari africani. La commissione d'inchiesta interna al Fondo non ravvisò in lui nessuna colpa, ma tale scandalo (che ormai riguardava Dominique e sua moglie) ne provocò comunque il licenziamento.
Nel maggio 2011 venne accusato dalla cameriera dell'hotel in Times Square ove alloggiava, di averle usato violenza a sfondo sessuale. Essendo in quell'anno direttore del Fondo monetario internazionale e candidato del Partito Socialista Francese alle presidenziali del 2012, egli dovette abbandonar tutto, subire l'arresto e scusarsi pubblicamente in diretta tivù coi francesi e con la moglie. Dopo sei giorni di carcere, dopo sei milioni di dollari pagati per la cauzione, gli vennero revocati i domiciliari perché secondo il procuratore la accusatrice avrebbe mentito deliberatamente davanti al Gran Gurì. Ad agosto la procura di New York archiviò le accuse nei confronti del nostro uomo.
Ma non è tutto, perché nel 2012 DSK venne accusato di sfruttamento aggravato della prostituzione. Pare avesse partecipato a dei festini frequentati da ragazze che, come tutti immaginiamo, sfruttano quelle occasioni per accalappiare il potente di turno e magari scucirgli qualche migliaio di dollari dal portafogli ben fornito. Il nostro uomo sfruttò talmente tanto il mercimonio del corpo di due di queste giovanotte che i loro avvocati proporranno a breve l'archiviazione del caso per insufficienza di prove.
Capisco la crisi della carta stampata, capisco che la crisi colpisca anche i ricchi editori di giornali, che la plebaglia si nutra ormai di gossip e se riguarda un politico meglio che mai perché "tanto son tutti ladri". Comprendo tutto insomma, ma ad ogni cosa c'è un limite. Il nostro caso Strauss-Kahn italiano l'abbiamo avuto, si chiama Silvio Berlusconi. Non importa raccontare le vicende riguardanti Ruby Rubacuori, basta rammentare che dopo tre anni di intercettazioni sparpagliate per il mondo, di interviste rilasciate da mitomani e di dichiarazioni anonime, il caro Cav ha incassato una inequivocabile assoluzione in Appello. Dopo esser stato però troncato dai titoli di giornale. Quegli stessi titoli che hanno troncato il nostro caro Dominique. Perché i media, oggigiorno, aumentano le copie vendute o gli ascolti facendo passare i loro soggettivi pareri per un'improbabile morale comune. Il popolo guardone sbava godendosi lo spettacolo della vita del potente di turno aperta e sezionata come un cadavere, come se la società potesse trarre vantaggio da tutto ciò.
Morale della favola? Sì all'onanismo!
Mi sembra l'unica soluzione.
Nel 2008 egli era già ai vertici del Fondo monetario internazionale, e il Wall Street Journal rivelò ad ottobre che un'inchiesta era stata aperta per accertare se il nostro uomo avesse o meno elargito favori professionali a Piroska Nagy, allora sua amante e responsabile del dipartimento del Fondo che si occupa dei problemi finanziari africani. La commissione d'inchiesta interna al Fondo non ravvisò in lui nessuna colpa, ma tale scandalo (che ormai riguardava Dominique e sua moglie) ne provocò comunque il licenziamento.
Nel maggio 2011 venne accusato dalla cameriera dell'hotel in Times Square ove alloggiava, di averle usato violenza a sfondo sessuale. Essendo in quell'anno direttore del Fondo monetario internazionale e candidato del Partito Socialista Francese alle presidenziali del 2012, egli dovette abbandonar tutto, subire l'arresto e scusarsi pubblicamente in diretta tivù coi francesi e con la moglie. Dopo sei giorni di carcere, dopo sei milioni di dollari pagati per la cauzione, gli vennero revocati i domiciliari perché secondo il procuratore la accusatrice avrebbe mentito deliberatamente davanti al Gran Gurì. Ad agosto la procura di New York archiviò le accuse nei confronti del nostro uomo.
Ma non è tutto, perché nel 2012 DSK venne accusato di sfruttamento aggravato della prostituzione. Pare avesse partecipato a dei festini frequentati da ragazze che, come tutti immaginiamo, sfruttano quelle occasioni per accalappiare il potente di turno e magari scucirgli qualche migliaio di dollari dal portafogli ben fornito. Il nostro uomo sfruttò talmente tanto il mercimonio del corpo di due di queste giovanotte che i loro avvocati proporranno a breve l'archiviazione del caso per insufficienza di prove.
Capisco la crisi della carta stampata, capisco che la crisi colpisca anche i ricchi editori di giornali, che la plebaglia si nutra ormai di gossip e se riguarda un politico meglio che mai perché "tanto son tutti ladri". Comprendo tutto insomma, ma ad ogni cosa c'è un limite. Il nostro caso Strauss-Kahn italiano l'abbiamo avuto, si chiama Silvio Berlusconi. Non importa raccontare le vicende riguardanti Ruby Rubacuori, basta rammentare che dopo tre anni di intercettazioni sparpagliate per il mondo, di interviste rilasciate da mitomani e di dichiarazioni anonime, il caro Cav ha incassato una inequivocabile assoluzione in Appello. Dopo esser stato però troncato dai titoli di giornale. Quegli stessi titoli che hanno troncato il nostro caro Dominique. Perché i media, oggigiorno, aumentano le copie vendute o gli ascolti facendo passare i loro soggettivi pareri per un'improbabile morale comune. Il popolo guardone sbava godendosi lo spettacolo della vita del potente di turno aperta e sezionata come un cadavere, come se la società potesse trarre vantaggio da tutto ciò.
Morale della favola? Sì all'onanismo!
Mi sembra l'unica soluzione.
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