Salvini il rozzo fa solo il bene degli italiani.
La Repubblica noi la conosciamo per il suo strambo modo di dare giudizi, di non vedere la realtà, di non accettare i successi degli avversari. Vent'anni di campagna giornalistica contro Berlusconi e di tacita alleanza con alcune Procure (poche, menomale) ne sono la prova. Il giornalone di Eugenio Scalfari è da sempre specializzato nel raccontare poca verità o di stravolgerla a proprio uso e consumo, nel prendere una frase da un intero monologo e mostrarla come fondamentale e come capo d'accusa, oppure nel raccogliere un po' di intercettazioni abusive che non potrebbero uscire dalla Procura che le ha effettuate e spararle in prima pagina manco fossero anche quelle dei chiari capi d'accusa. Il tutto sotto la direzione di Eugenio Scalfari, un direttore che assomiglia maledettamente a Montanelli perché entrambi pensavano di poter fare da padroni in quanto fondatori della testata giornalistica quando invece il padrone è colui che detiene la maggioranza delle quote, un ateo che ha bisogno di risposte da Sua Santità il Papa e quindi delizia i nostri zebedei con degli articoli e dei libri più paragonabili ad una lunga serie di mattonate sugli attributi, e infatti lo preferivo quando si dilettava nel continuo attacco al Cavaliere perché almeno gli si poteva risponder per le rime.
Merlo, una delle firme di spicco del giornalone di cui sto parlando, ha scritto un articolo sulla Lega e su Salvini, un articolo in cui, tanto per cambiare, si rifiuta di vedere la verità, cioè i motivi del nove per cento di gradimento della Lega e del venti per cento di Salvini come leader.
Si aggrappa alla storia del populismo, della demagogia, come se il suo protetto Matteo Renzi non fosse un campione in queste discipline, come se uno che si fa chiamare Rottamatore non fosse il capogruppo di quelli definibili demagoghi, come se definire inappropriato chi inizia ad avere i capelli bianchi non voglia dire fare populismo, come se voler fare Piazza Pulita della vecchia classe dirigente non fosse ancora populismo della peggior specie, perché non riconosci i meriti di quelle penne bianche che male o bene hanno portato quello che è anche il tuo partito ad un certo livello.
La storia non si cancella, il passato non si rottama, ed io che di sinistra mai sono stato neanche per un secondo devo riconoscere alla vecchia guardia del Pd un po' di ragione. Insomma, un conto è litigare coi sindacati affini al tuo partito, un altro è far finta che tutto quello che c'è stato prima di te non sia mai esistito o meglio sia merda secca.
La Lega nord si fa portatrice dei bisogni primari delle persone, accoglie in un certo senso le urla di protesta, le fa sue e le trasforma in proposte, in programma, in Statuto di partito, e questa è la differenza fondamentale col Movimento 5 stelle. Della Lega conosciamo le posizione da vent'anni, la Lega ha governato per anni in Parlamento e governa città e regioni tutt'oggi, la Lega quindi si assume delle responsabilità, la Lega ha un programma ben preciso che rimane il solito da vent'anni e quindi non è soggetto ad interpretazioni, e quindi si potrà pensarla diversamente da loro ma di populismo proprio non si può parlare. Centomila persone a Milano che manifestavano contro l'invasione di cui Renzi è uno dei responsabili, non contro la Kasta, e questi sono fatti e numeri, non chiacchere populiste.
Merlo accusa Salvini di essere rozzo, e dopo questa si può definire il volatile vestito da giornalista un perfetto radical chic. Se per lui l'immigrazione di massa e i quartieri occupati abusivamente dagli immigrati e i reati da questi commessi sono rozzezze, suppongo farebbe bene a scendere dai piani alti ove risiedono i progressisti così da mischiarsi con noi plebei ed intercettare i nostri veri bisogni. Se poi si pensa che i leghisti vengono tacciati di razzismo continuamente dovremmo a maggior ragione votarli, perché oggigiorno chi da quelli come Merlo viene detto razzista o xenofobo in realtà ha solamente a cuore l'Italia e gli italiani.
Con il pugno chiuso non si può dare una stretta di mano, e col naso arricciato all'insù, caro Merlo, non si può vedere la realtà per quella che è.
Merlo, una delle firme di spicco del giornalone di cui sto parlando, ha scritto un articolo sulla Lega e su Salvini, un articolo in cui, tanto per cambiare, si rifiuta di vedere la verità, cioè i motivi del nove per cento di gradimento della Lega e del venti per cento di Salvini come leader.
Si aggrappa alla storia del populismo, della demagogia, come se il suo protetto Matteo Renzi non fosse un campione in queste discipline, come se uno che si fa chiamare Rottamatore non fosse il capogruppo di quelli definibili demagoghi, come se definire inappropriato chi inizia ad avere i capelli bianchi non voglia dire fare populismo, come se voler fare Piazza Pulita della vecchia classe dirigente non fosse ancora populismo della peggior specie, perché non riconosci i meriti di quelle penne bianche che male o bene hanno portato quello che è anche il tuo partito ad un certo livello.
La storia non si cancella, il passato non si rottama, ed io che di sinistra mai sono stato neanche per un secondo devo riconoscere alla vecchia guardia del Pd un po' di ragione. Insomma, un conto è litigare coi sindacati affini al tuo partito, un altro è far finta che tutto quello che c'è stato prima di te non sia mai esistito o meglio sia merda secca.
La Lega nord si fa portatrice dei bisogni primari delle persone, accoglie in un certo senso le urla di protesta, le fa sue e le trasforma in proposte, in programma, in Statuto di partito, e questa è la differenza fondamentale col Movimento 5 stelle. Della Lega conosciamo le posizione da vent'anni, la Lega ha governato per anni in Parlamento e governa città e regioni tutt'oggi, la Lega quindi si assume delle responsabilità, la Lega ha un programma ben preciso che rimane il solito da vent'anni e quindi non è soggetto ad interpretazioni, e quindi si potrà pensarla diversamente da loro ma di populismo proprio non si può parlare. Centomila persone a Milano che manifestavano contro l'invasione di cui Renzi è uno dei responsabili, non contro la Kasta, e questi sono fatti e numeri, non chiacchere populiste.
Merlo accusa Salvini di essere rozzo, e dopo questa si può definire il volatile vestito da giornalista un perfetto radical chic. Se per lui l'immigrazione di massa e i quartieri occupati abusivamente dagli immigrati e i reati da questi commessi sono rozzezze, suppongo farebbe bene a scendere dai piani alti ove risiedono i progressisti così da mischiarsi con noi plebei ed intercettare i nostri veri bisogni. Se poi si pensa che i leghisti vengono tacciati di razzismo continuamente dovremmo a maggior ragione votarli, perché oggigiorno chi da quelli come Merlo viene detto razzista o xenofobo in realtà ha solamente a cuore l'Italia e gli italiani.
Con il pugno chiuso non si può dare una stretta di mano, e col naso arricciato all'insù, caro Merlo, non si può vedere la realtà per quella che è.
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