Il vero politico, è il politico peccatore.
Gli italiani hanno bisogno di sentire vicini a sé i propri rappresentanti in Parlamento, non hanno bisogno di extra terrestri nella Stanza dei bottoni ma di tizi in carne ed ossa, con i difetti che ognuno di noi conosce e che non vuole ammettere a sé stesso.
Grillo è riuscito ad incantare milioni di elettori perché si è presentato nelle piazze vestito in borghese, senza doppiopetto e senza linguaggio forbito, anzi, utilizzando il linguaggio del volgo, il linguaggio volgare che si addice ad occasioni di protesta contro la Kasta.
Grillo ha mandato in Parlamento dei giovani che si definivano trasparenti, che hanno fatto degli scontrini il loro primo (forse unico) cavallo di battaglia, che insomma hanno attaccato la Kasta sugli argomenti che sono il punto debole degli italiani in difficoltà, ovvero i quattrini. E deprecando chi ne ha molti, dandogli anche del ladro a priori, aizzi la folla povera e sciagurata che vede in te un santo sceso dal cielo e che si mette al pari di tutti. Proprio quello che serve al popolo coatto quando si sente al perso e non ha più voglia di leggere il giornale la mattina.
Renzi è il Rottamatore, termine che io odio perché significa non dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero non riconoscere alla vecchia guardia del suo partito i meriti che obiettivamente si merita, e ripeto che de sinistra io non sono, e il Pifferaio magico o Rottamatore non lo voterò.
Renzi ha fatto esattamente ciò che ha fatto Grillo, solamente con toni meno pesanti e utilizzando termini appropriati e non parolacce. E' uomo di sinistra ma ha parlato con banchieri ed industriali. E' uomo di sinistra ma vuole ridimensionare l'articolo 18. E' uomo di sinistra ma vuole inserire nella scuola gli scatti per merito eliminando quelli per anzianità. Ha insomma detto le paroline giuste un po' a tutti raccogliendo un consenso quasi unanime riuscendo a vendere un prodotto che però si sta rivelando al di sotto delle aspettative, infatti la rottamazione ha risolto ben pochi problemi. E' questa sua capacità da commerciante navigato che lo ha portato ad essere il-figlio-politico-che-Berlusconi-non-ha-mai-avuto. Egli, come Grillo, ha raccolto lo scontento generale del paese, niente di più e niente di meno.
Salvini si presenta come uomo comune e non come Kasta grazie, innanzitutto, al suo modo di vestire, all'abbigliamento sbarazzino e poco conforme ai salotti dei talk show che egli ormai frequenta assiduamente. E' un genio sotto questo aspetto, e Feltri sbaglia nel consigliargli il contrario.
Salvini sceglie poche parole da utilizzare ma tutte molto dirette, e le più aggressive tra queste se le fa stampare su una t-shirt che indossa sopra la camicia non da sartoria. Subisce attacchi personali, viene aggredito dei fancazzisti dei centri sociali, e questo lo rende vittima, addirittura martire agli occhi dei suoi più accaniti sostenitori. Discute con tutti e addirittura visita i luoghi socialmente a rischio così da passare per vicino di casa, da amico del bar, insomma da italiano che soffre la crisi come tutti gli altri. E dal due per cento, magicamente, arriva al dieci.
Arriviamo al Capo dei capi, a Berlusconi. Cosa lo rende uomo comune vicino a tutti noi? Tutto, partendo dalla sua storia di imprenditore, che lo trasforma in un idolo da emulare, fino ad arrivare ai capelli tinti e alle rughe nascoste, che contraddistinguono la sua voglia di rimaner giovane e pimpante. Ciò che però, a parer mio, ce lo fa sentire ancor più vicino è il caso Ruby, che sottolinea la sua sfacciata italianità. E' amante delle donne, vuol cenare con giovani ragazze avvenenti anziché con vecchie bacucche e dice che è meglio essere appassionati di belle donne che di uomini. Questa è genialità naturale, questo è il prototipo dell'italiano medio che alla sera vuole godersi i soldi e il potere guadagnati durante la giornata, questa è libertà all'ennesima potenza, è la sfacciataggine che ha sfanculato i moralisti italiani che ancora si leccano le ferite per batosta del '94 e che pensano che al popolo italiano possa essere inculcato in mente il comune-senso-del-pudore.
Niente Kasta, niente extra terrestri. Noi vogliamo esser governati da peccatori in carne ed ossa.
Grillo è riuscito ad incantare milioni di elettori perché si è presentato nelle piazze vestito in borghese, senza doppiopetto e senza linguaggio forbito, anzi, utilizzando il linguaggio del volgo, il linguaggio volgare che si addice ad occasioni di protesta contro la Kasta.
Grillo ha mandato in Parlamento dei giovani che si definivano trasparenti, che hanno fatto degli scontrini il loro primo (forse unico) cavallo di battaglia, che insomma hanno attaccato la Kasta sugli argomenti che sono il punto debole degli italiani in difficoltà, ovvero i quattrini. E deprecando chi ne ha molti, dandogli anche del ladro a priori, aizzi la folla povera e sciagurata che vede in te un santo sceso dal cielo e che si mette al pari di tutti. Proprio quello che serve al popolo coatto quando si sente al perso e non ha più voglia di leggere il giornale la mattina.
Renzi è il Rottamatore, termine che io odio perché significa non dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero non riconoscere alla vecchia guardia del suo partito i meriti che obiettivamente si merita, e ripeto che de sinistra io non sono, e il Pifferaio magico o Rottamatore non lo voterò.
Renzi ha fatto esattamente ciò che ha fatto Grillo, solamente con toni meno pesanti e utilizzando termini appropriati e non parolacce. E' uomo di sinistra ma ha parlato con banchieri ed industriali. E' uomo di sinistra ma vuole ridimensionare l'articolo 18. E' uomo di sinistra ma vuole inserire nella scuola gli scatti per merito eliminando quelli per anzianità. Ha insomma detto le paroline giuste un po' a tutti raccogliendo un consenso quasi unanime riuscendo a vendere un prodotto che però si sta rivelando al di sotto delle aspettative, infatti la rottamazione ha risolto ben pochi problemi. E' questa sua capacità da commerciante navigato che lo ha portato ad essere il-figlio-politico-che-Berlusconi-non-ha-mai-avuto. Egli, come Grillo, ha raccolto lo scontento generale del paese, niente di più e niente di meno.
Salvini si presenta come uomo comune e non come Kasta grazie, innanzitutto, al suo modo di vestire, all'abbigliamento sbarazzino e poco conforme ai salotti dei talk show che egli ormai frequenta assiduamente. E' un genio sotto questo aspetto, e Feltri sbaglia nel consigliargli il contrario.
Salvini sceglie poche parole da utilizzare ma tutte molto dirette, e le più aggressive tra queste se le fa stampare su una t-shirt che indossa sopra la camicia non da sartoria. Subisce attacchi personali, viene aggredito dei fancazzisti dei centri sociali, e questo lo rende vittima, addirittura martire agli occhi dei suoi più accaniti sostenitori. Discute con tutti e addirittura visita i luoghi socialmente a rischio così da passare per vicino di casa, da amico del bar, insomma da italiano che soffre la crisi come tutti gli altri. E dal due per cento, magicamente, arriva al dieci.
Arriviamo al Capo dei capi, a Berlusconi. Cosa lo rende uomo comune vicino a tutti noi? Tutto, partendo dalla sua storia di imprenditore, che lo trasforma in un idolo da emulare, fino ad arrivare ai capelli tinti e alle rughe nascoste, che contraddistinguono la sua voglia di rimaner giovane e pimpante. Ciò che però, a parer mio, ce lo fa sentire ancor più vicino è il caso Ruby, che sottolinea la sua sfacciata italianità. E' amante delle donne, vuol cenare con giovani ragazze avvenenti anziché con vecchie bacucche e dice che è meglio essere appassionati di belle donne che di uomini. Questa è genialità naturale, questo è il prototipo dell'italiano medio che alla sera vuole godersi i soldi e il potere guadagnati durante la giornata, questa è libertà all'ennesima potenza, è la sfacciataggine che ha sfanculato i moralisti italiani che ancora si leccano le ferite per batosta del '94 e che pensano che al popolo italiano possa essere inculcato in mente il comune-senso-del-pudore.
Niente Kasta, niente extra terrestri. Noi vogliamo esser governati da peccatori in carne ed ossa.
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