L'avanzare del tempo e i nostri compromessi.
Mi chiedo quanto modernità e modernizzazione continua ci stiano togliendo, e mi riferisco alle esperienze di vita che ci precludiamo e a tutti quei sentimenti che riduciamo ad un contratto telefonico mensile, comprensivo di internet, chiamate ed sms.
Non sempre quel che viene con l'andare del tempo è cosa buona per noi, non dico giusta, mi limito solo a chiedermi se sia veramente migliorativa. E' ovvio, il trascorrere del tempo risolve problemi un tempo ritenuti irrisolvibili e porta alla luce situazioni un tempo ritenute tabù, mi domando però se noi persone, intesi come esseri viventi che sopravvivono anche e soprattutto per quel che hanno nel loro cuore, seguiamo gli eventi facendoci trasportare e sballottare oppure rimaniamo con almeno un piede ancorato al terreno perché alcune situazione esigono una presenza fisica, una dedizione totale che solo, appunto, la presenza fisica può determinare.
Spesso e volentieri entro su Whatsapp, vado sul numero di Giulia, della mia Giulia, la Giulia di Pietrasanta, della Versilia, del capodanno 2011, di Venti chilometri di passione, vado sul rettangolino con la sua foto e penso se scriverle possa essere giusto o no, sensato o no, invadente o no. Penso a quanto poco ci metterei a scriverle un "ciao", o anche a ridirle tutte quelle frasi che le ho ripetuto un milione di volte. Penso a quanto poco mi comprometterei facendo tutto questo, perché in mezzo a noi rimangono sempre trecentocinquanta chilometri di distanza e due piccoli schermi ed una sorta di imbarazzo che mi farebbe avvampare se dovessi ripetere queste azioni di persona, concretamente.
Eppure io non sono l'unica persona che ha di questi problemi, ce ne saranno molte altre, e questa mia generazione non è la sola ad affrontare i dilemmi che l'amore e la vita ci pone davanti, anche le precedenti avranno affrontato tutto ciò.
Allora penso ai miei nonni, a quando si trovavano difronte a questi enigmi, quando, davanti al bivio, dovevano decidere quale sentiero imboccare, consapevoli che uno dei due li avrebbe costretti ad affrontare la situazione di persona, senza alcun piccolo schermo come scudo. Quanta genuinità in più, quanta maggior chiarezza, quanto vorrei essere sfacciato ed intraprendente come lo erano loro. Adesso sicuramente avrei qualcosa in più, o qualcosa in meno magari, ma non risuonerebbe nella mia mente "chissà cosa sarebbe successo se lo avessi fatto", o soprattutto non mi dovrei chiedere come lei reagirebbe se facessi tutto questo dal vivo, quindi realmente.
Ho fatto tutto questo in passato, con lei, con Giulia, ormai diverso tempo fa.
Provai un appagamento nel tornare a casa stanco morto ma col suo sorriso stampato in fronte che nessuno degli approcci dei giorni d'oggi mi ha mai dato.
I tempi cambiano, ma non tutto migliora.
Non sempre quel che viene con l'andare del tempo è cosa buona per noi, non dico giusta, mi limito solo a chiedermi se sia veramente migliorativa. E' ovvio, il trascorrere del tempo risolve problemi un tempo ritenuti irrisolvibili e porta alla luce situazioni un tempo ritenute tabù, mi domando però se noi persone, intesi come esseri viventi che sopravvivono anche e soprattutto per quel che hanno nel loro cuore, seguiamo gli eventi facendoci trasportare e sballottare oppure rimaniamo con almeno un piede ancorato al terreno perché alcune situazione esigono una presenza fisica, una dedizione totale che solo, appunto, la presenza fisica può determinare.
Spesso e volentieri entro su Whatsapp, vado sul numero di Giulia, della mia Giulia, la Giulia di Pietrasanta, della Versilia, del capodanno 2011, di Venti chilometri di passione, vado sul rettangolino con la sua foto e penso se scriverle possa essere giusto o no, sensato o no, invadente o no. Penso a quanto poco ci metterei a scriverle un "ciao", o anche a ridirle tutte quelle frasi che le ho ripetuto un milione di volte. Penso a quanto poco mi comprometterei facendo tutto questo, perché in mezzo a noi rimangono sempre trecentocinquanta chilometri di distanza e due piccoli schermi ed una sorta di imbarazzo che mi farebbe avvampare se dovessi ripetere queste azioni di persona, concretamente.
Eppure io non sono l'unica persona che ha di questi problemi, ce ne saranno molte altre, e questa mia generazione non è la sola ad affrontare i dilemmi che l'amore e la vita ci pone davanti, anche le precedenti avranno affrontato tutto ciò.
Allora penso ai miei nonni, a quando si trovavano difronte a questi enigmi, quando, davanti al bivio, dovevano decidere quale sentiero imboccare, consapevoli che uno dei due li avrebbe costretti ad affrontare la situazione di persona, senza alcun piccolo schermo come scudo. Quanta genuinità in più, quanta maggior chiarezza, quanto vorrei essere sfacciato ed intraprendente come lo erano loro. Adesso sicuramente avrei qualcosa in più, o qualcosa in meno magari, ma non risuonerebbe nella mia mente "chissà cosa sarebbe successo se lo avessi fatto", o soprattutto non mi dovrei chiedere come lei reagirebbe se facessi tutto questo dal vivo, quindi realmente.
Ho fatto tutto questo in passato, con lei, con Giulia, ormai diverso tempo fa.
Provai un appagamento nel tornare a casa stanco morto ma col suo sorriso stampato in fronte che nessuno degli approcci dei giorni d'oggi mi ha mai dato.
I tempi cambiano, ma non tutto migliora.
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